Die Rose ist ohne Warum” [La Rosa è senza perché]. Inizia così una quartina di Angelo Silesius, presente nella sua opera “Il Pellegrino cherubico”. In una versione barocca, prosegue così:” […] Fiorisce perché fiorisce, sboccia perché sboccia, non fa attenzione a se stessa, non chiede se la si vede”.
Al di là dell’oscurità dell’autore, i versi riportati pongono in luce una questione di estrema importanza: il fare attenzione a se stessi, la consapevolezza di esserci. In una sola parola: la coscienza. E non essa la consapevolezza di averne una.
Prosegue col presente articolo l’indagine sulla ricerca della coscienza, tenendo come punto di riferimento e fonte di ispirazione il libro “Irriducibile”, dello scienziato Federico Faggin.