I.C.T. News

IL PENTITO

a cura di Paolo Preianò

In questo articolo parleremo di uno dei tanti pentiti moderni, quello che, probabilmente, ha generato maggiore clamore vista la sua importanza nel campo dell’intelligenza artificiale. Geoffrey Hinton, affinatore esperto delle reti neurali, ha recentemente ammesso di aver dato il proprio contributo allo sviluppo di una tecnologia che potrebbe sfuggire di mano se non dovessero essere prese delle contromisure immediate.

Che sentimento è il pentimento? In Totem e tabù Freud lo collegava direttamente ai principi di colpevolezza e desiderio di espiazione, come se il pentito fosse colui che desiderava ardentemente ammettere le proprie colpe ed essere punito per esse, espiare il tutto in una delle forme che potesse arrecargli una qualche forma di sofferenza. Se correttamente canalizzato può essere un sentimento nobile, che spesso ben si accosta al fedifrago, al giovanotto che ne commette una delle sue o al malavitoso che, appunto, ammette le proprie colpe e desidera collaborare con lo Stato per ricevere quella punizione espiatoria.

In Italia un nuovo supercomputer europeo di Luigi A. Macrì

E’ stato inaugurato presso il Tecnopolo di Bologna dal Ministero dell’Università e della Ricerca, un nuovo supercomputer europeo, realizzato in collaborazione con la Commissone Europa, con il Consorzio CINECA, e con l’impresa comune europea per il calcolo delle prestazioni (EuroHPC) della quale fanno parte Austria, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Slovenia.

SUPERCOMPUTER LEONARDO

Questo supercomputer, denominato Leonardo e sviluppato e assemblato in Europa, si pone al quarto posto tra i supercopunter più potenti del mondo ed è il risultato di un investimento congiunto, con gli Enti e le nazioni sopraindicate, di 120 milioni di euro.  Quando sarà pienamente operativo questo supercomputer avrà una potenza di calcolo di 250 petaflop ovvero 250 milioni di miliardi di clcoli al secondo. A livello europeo è il secondo supercomputer pre-esascala ad essere messo in funzione dopo LUMI, a Kajaani in Finlandia. Esso combina componenti all’avanguardia per calcoli ad alte prestazioni per l’uso dell’intelligenza artificiale per svolgere compiti estremamente complessi.

L’obiettivo primario su cui si concentrerà il supercomputer Leomardo è quello della sostenibilità ambientale ma consentirà anche di svolgere un’attività senza precedenti di ricerca sul cancro e su nuovi farmaci, permettendo di comprendere maggiormente il funzionamento del cervello umano,

scoprire nuove tecnologie energetiche pulite, elaborare modelli climatici più affidabili, ma ance contribuire alla previsione ed al monitoraggio di catastrofi naturali e pandemie.

Relativamente alla sostenibilità ambientale questo supercomputer è dotato di strumenti che consentono un adeguamento dinamico del consumo energetico, ovvero garantisce un equilibrio ottimale tra risparmio energetico e prestazioni utilizzando un sistema di raffreddamento ad acqua per una maggiore efficenza energetica.

I servizi di calcolo forniti da Leonardo saranno integrati da un computer quantistico in quanto Cineca, un consorzio senza scopo di lucro di 70 università europee, 40 istituti nazionale ed i Ministeri italiano dell’Università e della Ricerca e dell’Istruzione, è stato selezionato come soggetto ospitante per uno dei primi computer quantistici di costruzione europea.

Allarme Internet e Minori: azioni di informazione e prevenzione di Luigi A. Macrì*

 

Nei giorni scorsi, in un’ospedale della provincia di Catanzaro è stata ricoverata una bimba di cinque anni in quanto rifiutava di alimentarsi.

 La mamma, disperata, ha inviato un messaggio ad un pediatra del luogo raccontando che la figlia negli ultimi giorni, dopo un graduale dimagrimento, è arrivata a rifiutare del tutto il cibo. La signora continua raccontando che parlando con i figli più grandi hanno notato che la bimba dal cellulare, “che aveva “senza scheda in quanto lo usava solo per guardare i cartoni su youtube”, si collegava con il comando vocale su YouTube a particolari video definiti challenge (sfida) dove si vedono adulti ma anche molti bambini alle prese con “sfide” con il cibo. 

Questo è l’ennesimo episodio di una realtà, sempre più diffusa, che diventa ormai una vera emergenza in quanto coinvolge i minori in modalità diverse esponendoli, in Internet, a contenuti non adeguati che, possiamo tranquillamente definirli pericolosi.

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Il sottoscritto segue da molti anni lo sviluppo delle tecnologie e, essendo un docente, segue con particolare attenzione il loro rapporto con i minori, gli adolescenti e la Scuola.

L’Associazione di Promozione Sociale che presiedo, la rivista on line www.ictedmagazine.com , della quale sono il direttore responsabile, sono solo degli strumenti organizzativi che, con la preziosa disponibilità di un valido gruppo di giovani professionisti del settore educativo, tecnico-scientifico e giuridico, utilizziamo per far comprendere, in particolare ai docenti ed ai genitori e a tutti i portatori di interesse, che salvaguardare i bambini e informare adeguatamente i genitori sui rischi ma anche sulle opportunità che offrono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, significa costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.

Negli ultimi 50 anni le tecnologie hanno cambiato il mondo, nei suoi vari aspetti, offrendo a noi tutti grandi opportunità ma in quanto strumenti è necessario farne un uso responsabile e consapevole.

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Aiutiamo i bambini a ritrovare la Natura

 

L’Associazione di Promozione Sociale Focus on intende promuovere la realizzazione di osservatori locali sui temi del Benessere Mentale partendo da Internet e Minori al fine di registrare, da una parte, le situazioni critiche che dovessero emergere, intervenendo con i professionisti disponibili, e dall’altra avviare una costante azione volontaristica di formazione ed informazione sul tema in oggetto.

Il C.A.S.M. - Coordinamento delle Associazioni per la Salute Mentale, della quale Focus on fa parte, darà il suo prezioso contributo per la diffusione dell’iniziativa.

Colgo l’occasione per chiedere ad amici e colleghi, che volessero esprimere vicinanza a questa attività o meglio contribuire ad attivare un Osservatorio nel territorio in viviono o operano, di contattarmi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

* Esperto in Tecnologie Didattiche; attualmente, tra l’altro, componente di gruppo di lavoro del Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale sui temi delle Competenze Digitali (revisione linguistica del documento europeo DigCom 2.2), del Gaming e del Divario Digitale di Genere.

 

 

 

 

Internet e libertà, un rapporto da contestualizzare di Massimiliano Nespola

Le immagini giunte al mondo, a partire dal 15 agosto scorso, dall’Afghanistan, parlano chiaro: un lungo conflitto, scoppiato in risposta agli attentati dell’11 settembre 2001, aveva l’obiettivo di sconfiggere il terrorismo di Al Qaeda e di avviare un processo di modernizzazione dell’area; tuttavia, pochi giorni prima del ritiro delle forze militari alleate, è iniziato il ritorno sulla scena dei talebani. Poco dopo, è ricorso il ventesimo anniversario del più grave attacco terroristico di tutti i tempi mai subito dagli Stati Uniti d’America, a testimoniare che, dopo vent’anni, l’obiettivo non si può dire raggiunto.

Oltre a quelle immagini, ci sono i fatti e, per ciò che attiene ai fini della nostra analisi, dal punto di vista di esperti e amanti delle nuove tecnologie di comunicazione, bisogna indagare sul rapporto tra le stesse – in particolare Internet – e la libertà degli individui e dei popoli. Un primo dato da considerare è il seguente: non esiste, ad oggi, una conferma del fatto che Internet costituisca univocamente una strada per accorciare le distanze tra governanti e governati, né per modernizzare l’economia e il tessuto imprenditoriale di un Paese; in sintesi, non è detto che sia la via per accrescere la libertà di un popolo. Per onestà intellettuale, quindi, anzitutto è necessario contestualizzare l’analisi mossa e concentrarsi su una determinata area.

Ecco quindi che, ben oltre gli entusiasmi iniziali – dovuti al fatto che il mezzo porta a reinterpretare i concetti tradizionali di spazio e tempo e, per le società occidentali, ciò può rappresentare indubbiamente un vantaggio in molti campi – emerge come Internet rimanga un mezzo destinato a fare i conti con la cultura e il contesto di riferimento.

In realtà, questo assunto era già noto agli esperti, perché anche i mezzi di comunicazione che noi oggi riteniamo tradizionali – cioè i giornali e soprattutto, per questa nostra analisi, la radio e la televisione – quando comparvero sulla scena generarono parecchi entusiasmi. Ingenuamente, si riteneva che il messaggio trasmesso da un’unica fonte ad una pluralità – o una massa – di soggetti, avrebbe uniformato pensieri e punti di vista sulla realtà. Non era così: in ogni società esistono contesti e categorie sociali differenti e ciascuna recepisce il messaggio, lo interpreta e lo interiorizza in base ai propri assunti, ai propri schemi e categorie concettuali di riferimento; talvolta sono più complesse e strutturate, talvolta sono più semplici, ma è divenuto presto evidente che la potenza di trasmissione del mezzo e la sua capacità di parlare a tutti non annulla la coscienza e l’individualità; anzi, la esalta.

Con Internet, consapevoli di tale assunto, si parla oggi di “personal media”, basati sulla individualizzazione del consumo, per eccellenza, in quanto ciascuno può esprimere un’opinione e diversificare la propria modalità di utilizzo e di fruizione dei contenuti. Permane comunque, anche in Internet, l’assunto teorico di cui sopra: la cultura di riferimento, a livello generale, esercita un’influenza sugli effetti sociali generati dal mezzo di comunicazione. È un caposaldo da tener presente per l’analisi avviata, che ci porta ad una prima conclusione: i mezzi di comunicazione non producono ovunque gli stessi effetti, perché, nonostante un ottimismo di fondo, è necessario tener conto del contesto in cui essi si collocano. In alcuni casi, la faccenda assume contorni drammatici. Guardando al mondo arabo, al Medio Oriente e all’Africa, è evidente come siano proprio le caratteristiche innovative delle nuove tecnologie di comunicazione a sollevare le preoccupazioni di governi autoritari. La maggiore circolazione di informazioni, infatti, è destinata a far crollare l’impalcatura su cui si reggono queste società, in cui la libertà e il progresso sono drammaticamente, ingiustamente negate alla popolazione. Ecco quindi che si erge il muro dell’autoritarismo, della censura e della repressione.

Anche la letteratura degli ultimi anni ci viene incontro, per cogliere più da vicino quali siano le implicazioni di tali dinamiche e, soprattutto, come si manifestino. Sfogliando le pagine de “La ragazza di Piazza Tahrir”, romanzo del 2012 a firma del prof. Younis Tawfik, ne cogliamo l’essenza. La rivoluzione in Egitto è in corso, il 28 gennaio 2011, ed è lì che si colloca l’inizio del racconto. Dalle strade, arrivano grida: “Urla provenienti da lontano scuotono i muri del silenzio”, afferma la voce narrante di Amal, ragazza di vent’anni che, assieme al suo popolo, “Vuole abbattere il regime”. Ma la reazione governativa unisce alla repressione nelle piazze anche quella nel campo dell’informazione: “Hanno oscurato i social network, ci hanno isolato dal resto del mondo, togliendoci ogni mezzo di comunicazione […] il regime […] ha persino isolato le linee telefoniche nel disperato tentativo di isolarci e di reprimere la rivolta”. Si tratta di cronache reali di quanto avveniva al Cairo, dieci anni e mezzo fa, durante le proteste che portarono alle dimissioni di Mubarak. Ma nemmeno un regime spietato può fermare un popolo che cerca, anche grazie alle tecnologie di comunicazione, la libertà. Continua a narrare Amal: “Il progresso dei sistemi di comunicazione è necessario anche per entrare nel consesso delle nazioni moderne e nei sistemi di relazioni internazionali: non possiamo rimanere tagliati fuori […] Questo non ha comunque impedito al regime di bloccare tutti i servizi twitter e facebook, ma, poco dopo, abbiamo cominciato a ricevere consigli da giovani esperti per superare gli oscuramenti e le interferenze elettroniche”.

Sono estratti di un romanzo che sintetizza ottimamente e traduce in pagine memorabili, dense e coinvolgenti di letteratura contemporanea, quanto abbiamo descritto in termini analitici, sicuramente più freddi e distaccati. Il rapporto tra Internet e libertà può dunque anche essere conflittuale, nel momento in cui una strategia di controllo governativa limita le comunicazioni. Se ciò avviene, è proprio perché il mezzo in sé è progettato per consentire modalità di comunicazione orizzontali, , non necessariamente guidate dall’alto e, in moltissimi modi, consente la circolazione delle informazioni in società. Un quadro simile a quello dipinto da Amal, nel romanzo di cui si è parlato, si sta delineando drammaticamente in Afghanistan, dal 15 agosto scorso.

Crisi afghana e tecnologie dell'informazione by La Rivista ictedmagazine

Non possiamo esimerci dal volgere lo sguardo alla tragedia in atto in Afghanistan. La destabilizzazione in corso, infatti, richiede un’attenzione focalizzata anche sull’apporto delle tecnologie. Come si apprende a un primo esame del nuovo scenario, infatti, uno degli obiettivi del sopraggiunto fronte talebano è proprio quello di controllare la circolazione delle informazioni: si può leggere su “Agenda Digitale”, in un articolo a firma dell’economista e manager Mario Dal Co, che  “La corsa dei talebani non era finalizzata soltanto a far cadere subito il governo, dissolvere l’esercito e far sloggiare le truppe straniere prima della scadenza. La stessa corsa contro il tempo mirava infatti a impadronirsi del maggior numero di informazioni non lasciando modo di renderle inaccessibili”.

Il cambio di scenario sarà dunque da reinterpretare anche sotto l’aspetto dell’utilizzo delle nuove tecnologie e dei big data, per esempio. Una delle prime strategie di comunicazione dei talebani è stata quella di utilizzare in maniera più adeguata ai tempi i mezzi di comunicazione di massa, la televisione per esempio. Restano forti incognite sul rispetto dei diritti umani e sul potenziale uso delle nuove tecnologie per scopi non democratici. Su questo c’è da tenere puntati i riflettori, da parte della comunità internazionale, là dove le violazioni in atto non rappresentano certo un fenomeno solo locale, quanto un accresciuto rischio di ulteriore destabilizzazione sul fronte mediorientale, realizzata anche grazie all’utilizzo dei mezzi informatici.

 

24/09/2021

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Lotta alla disinformazione: nasce l'Hub italiano dell'osservatorio europeo

E’ nato l’Italian Digital Media Observatory dell’Unione Europea per la lotta alla disinformazione: un consorzio guidato dall’Università Luiss e composto da RAI, TIM,  Gruppo editoriale GEDI (editore de La Repubblica e l’Espresso), Università di Tor Vergata, T6 Ecosystem, Newsguard e Pagella Politica. L’obiettivo dell’Osservatorio è la lotta alla disinformazione ed è stato finanziato dall’Unione europea con la somma di undici milioni di euro, di cui 1,4 milioni per l’hub italiano.

Il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni nel corso della presentazione dell’osservatorio europeo alla LUISS ha affermato che “la disinformazione accresce le divisioni nelle nostre società e mina le basi del normale dibattito democratico (…) negli Stati Uniti il 23% della popolazione non crede alla scienza, mentre in Inghilterra il 50% non si fida della stampa.”.

L’ampia diffusione di false notizie e disinformazione, per motivi anche politici e commerciali, mette a serio rischio il sistema democratico e il diritto dei cittadini ad una corretta informazione. 

Un studio recente del M.I.T. (Massachusettes Institute of Technologies) ha messo in evidenza che le notizie false sul social network Twitter, si diffondono più rapidamente, e con un ampio margine di circa tre volte, rispetto alle notizie vere. Sinan Aral, professore alla M.I.T. Sloan School of Management e co-autore di un nuovo articolo che dettaglia i risultati afferma: ”Abbiamo scoperto che la falsità si diffonde in modo significativo più lontano, più veloce, più profondo e più ampio della verità, in tutte le categorie di informazioni, e in molti casi di un ordine di grandezza".

Deb Roy, professore associato di arti e scienze dei media presso il MIT Media Lab e direttore del Media Lab's Laboratory for Social Machines (LSM), che è anche coautore dello studio insieme a Sinan Aral e a Soroush Vosoughi evidenzia che “questi risultati gettano nuova luce sugli aspetti fondamentali del nostro ecosistema di comunicazione online” e aggiunge che i ricercatori erano "da qualche parte tra sorpresi e storditi" dalle diverse traiettorie di notizie vere e false su Twitter.

Il tema della disinformazione, delle false notizie è un tema che noi, in quanto gruppo multisciplinare di lavoro della rivista www.ictedmagazine.com, abbiamo sempre tenuto in massima considerazione. La nostra consapevolezza degli aspetti educativi e di quelli legati all’informazione, alla comunicazione ed alla politica globale ci portano ad affermare con forza che è necessario, incominciando dalle scuole di ogni ordine e grado, ad insegnare a distinguere il vero dal falso, in inglese attivare il fact checking; è un tema questo che sarà da noi ancora ripreso successivamente con ulteriori approfondimenti.

24/09/2021

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La digitalizzazione necessaria, come l’ossigeno, in Italia di Massimiliano Nespola*

* Giornalista, esperto di comunicazione

Abstract A poche settimana dal lancio del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lo stato dell’arte in materia di digitalizzazione in Italia, attualmente al venticinquesimo posto della classifica europea

MN Non più tardi di qualche giorno fa – nel primo fine settimana di luglio – un nuovo attacco informatico partito dal Kenya, del tipo “supply chain”, ha seriamente compromesso la stabilità delle reti un po’ ovunque nel mondo. Proprio in quei giorni, era giunta anche la notizia di un’operazione internazionale coordinata dalla Procura di Milano contro una rete criptata di sviluppatori del ransomware. E non è la prima volta che si verifichino casi simili; tutte le volte si tratta di segnali che indicano la direzione, in tema di tecnologie. Le reti vedono oggi l’esistenza di almeno due necessità concomitanti, molto sinteticamente: quella di potenziare la sicurezza degli utenti – non solo cittadini, ma anche aziende e pubbliche amministrazioni – e quella di incrementare i livelli di prestazione in termini di velocità di trasmissione dei dati. Per quanto riguarda l’Italia, possiamo citare un dato non positivo, che dovrebbe spingere il Paese ad uno slancio per compiere dei consistenti passi in avanti: secondo l’Indice della digitalizzazione dell’economia e della società 2020, il nostro Paese è venticinquesimo in classifica. La sua posizione supera in classifica soltanto Grecia, Romania e Bulgaria. È solo un problema di scarsa volontà e di forma mentis? È lecito sostenere che le responsabilità partano dalla classe dirigente e coinvolgano la società a tutti i livelli; molto spesso i progetti realizzati non hanno ottenuto l’impatto desiderato. Nonostante l’emanazione di una serie di leggi che già da metà anni ’90 hanno iniziato a regolamentare il settore, con l’obiettivo di spingere verso lo switch off di modalità analogiche di gestione dei processi lavorativi, il nostro Paese sembra aver scoperto solo con la pandemia alcuni vantaggi delle reti ad alta velocità per il mondo del lavoro e per l’organizzazione della produzione.

Sfogliando il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha visto recentemente l’avvio dei lavori, si noterà che l’esigenza di optare per la digitalizzazione coinvolge numerosi livelli di azione e stanzia risorse consistenti: partendo dal dato riportato secondo cui “il 95 per cento dei circa 11mila data center/centri di elaborazione dati distribuiti utilizzati dagli enti pubblici italiani presenta oggi carenze nei requisiti minimi di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza”, ci si prefigge l’obiettivo di investire nel settore risorse ingenti. Nella missione 1 del Piano, infatti, denominata “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” sono stanziati ben 40,32 miliardi di euro, di cui 9,75 sono specificamente dedicati alla Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA.

strettamanodigitaleLa strategia che si vuole attuare è quindi molto vasta e reca in sé forti potenzialità di miglioramento. Quello che preme sottolineare ai fini del discorso è anche – anzi, soprattutto – l’aspetto fortemente positivo che essa può innescare rispetto al processo di convergenza digitale del Paese. La pandemia, infatti, ha colto l’Italia impreparata sotto numerosi aspetti e, tra di essi, quello della sostenibilità dei sistemi sanitari regionali e quello della didattica a distanza rivestono, ai fini del nostro discorso, un’importanza prioritaria. Infatti, là dove il Paese fosse stato  – nel suo insieme e senza i sensibili divari regionali che si sono riscontrati – preparato all’impatto della pandemia in questi due settori, probabilmente non avremmo assistito al dramma che si è consumato sugli schermi televisivi e che solo negli ultimi tempi sembra essere stato riportato sul binario della normalità: anziani lasciati soli, negli ospedali, nelle case, impossibilitati ad essere visitati da un proprio familiare anche solo per consegnare una busta della spesa, giovani reclusi in casa, davanti a un computer, a seguire distrattamente una lezione on line. Sono queste le categorie che più hanno sofferto l’impatto di un evento che in realtà si sarebbe potuto gestire in maniera più coordinata e con maggiore preparazione, proprio facendo leva sulle funzionalità delle tecnologie digitali di cui solo oggi si propone l’implementazione, con un ritardo inaccettabile e colpevole.

Webinar: Gestione efficiente dell’inventario e delle risorse dei data center con le etichette RFID

 

 WEBINA DATA CENTE 9 07 2021

Webinar: Gestione efficiente dell’inventario e delle risorse dei data center con le etichette RFID

Completa le verifiche dell’inventario del data center in pochi clic da una posizione centrale utilizzando etichette RFID e portali dotati di scanner.

Data: 09/07/2021

Ora: 10:00 - 11:00

Moderatore: Marco Minotti (Product Expert Identification Solutions)

 

Argomenti:

  • Stampa e applica facilmente etichette RFID UHF per superfici metalliche sui tuoi server
  • Monitora gli spostamenti dei server con portali dotati di scanner collegati al tuo sistema ERP
  • Migliora la manutenzione, le ispezioni e il reporting con etichette RFID NFC per fili e cavi
  • Aumenta e semplifica l’installazione e la manutenzione dei server
  • Necessità dei data center
  • Come Brady può soddisfare le vostre necessità con le etichette intelligenti RFID?
  • Casi di uso della tecnologia RFID nei data center

Prenotati e scoprirai come nel nostro webinar!

Iscriviti ora >>

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La trasformazione digitale tra l’edge computing e il 5G

a cura di Giovanna Brutto
Dott.ssa in Scienze Politiche - Docente

Abstract - Il seguente articolo cerca di comprendere sinteticamente le trasformazioni digitali odierne e la rete del 5G.

La principale trasformazione digitale in corso in tutto il mondo nella nostra era ha introdotto un'ampia varietà di applicazioni e servizi.  Internet sta diventando sempre più ‘Outernet’, dal cyberspazio è penetrata nel mondo fisico tra cui la realtà aumentata, macchinari che consentono di operare chirurgicamente da remoto; veicoli con pilota automatico; reti radiomobili 5G e simili. Sembrerebbe quasi fantascienza, eppure essi stanno diventando parte della nostra quotidianità. Tale transizione, dal mondo virtuale a quello fisico, sta generando un’enormità di dati nella periferia della rete. Ma è possibile fermare questo inarrestabile sviluppo pensando all’impatto negativo che si genera?

Safer Internet day: genitori e Internet

di Giovanna Brutto
Dott.ssa in Scienze Politiche - Docente Scuola primaria


ABSTRACT - L’emergenza sanitaria e l’isolamento forzato hanno generato forti pressioni psicologiche fra gli insegnanti, gli alunni e le loro famiglie.

La continuità d’insegnamento e di relazione restano sempre importanti per il successo formativo ma la necessità di adattarsi a questa nuova realtà digitale espone tutti a nuovi e/o crescenti rischi informatici. Come possono orientarsi i genitori ad una gestione consapevole dei rischi di Internet per i loro figli? Analizziamo nel nostro articolo alcuni strumenti utili che le famiglie possono acquisire per gestire e ridurre i rischi della navigazione in rete.

Intelligenza Artificiale e Salute di Erica Calcagno

 

Intelligenza Artificiale e Salute di Erica Calcagno1

Abstract: La Digital Health, l'insieme dei servizi digitali al servizio della salute e delle cure mediche, presenta indubbiamente numerosi vantaggi, tra i quali la possibilità di intervenire attivamente sul recupero della propria salute.

 

Con il termine Intelligenza Artificiale (AI) si intende una disciplina informatica che si occupa di creare sistemi hardware e software dotati di caratteristiche tipicamente umane, quali la capacità di comprendere, ragionare, apprendere e interagire. Tra le varie applicazioni dell'Intelligenza Artificiale, la salute risulta essere una delle più interessanti e vantaggiose degli ultimi anni. In che modo è possibile intervenire attivamente sul recupero della propria salute? La Digital Health si avvale di diverse app mediche (Digital Therapeutics/DTx) che presentano diverse tipologie, in base al tipo di disturbo da monitorare. Fermo restando che l'utilizzo di queste app non sostituisce la terapia farmacologica, bensì coadiuvi il processo di guarigione, tuttavia si tratta di interventi curativi che, secondo gli ultimi studi medici, possono migliorare i risultati clinici.

Come funziona, dunque, una terapia digitale?

Potrà sembrare fantascientifico, ma anche una terapia digitale si avvale di un principio attivo e di uno o più eccipienti. La differenza sta nel fatto che, se nella farmacologia classica il principio attivo è di origine biologica, nel campo delle Dtx, il principio attivo è un algoritmo relativo all'elemento terapeutico in base al quale si potrà ottenere un determinato effetto clinico. Per quanto riguarda gli eccipienti, la forma con la quale il paziente ha la possibilità di confrontarsi è una sorta di gioco a premi, in cui si può avere un promemoria della terapia oppure, semplicemente, contattare il medico di fiducia. La prima app digitale è stata rilasciata nel 2009, con il nome di Deprexis, ed è ancora oggi una piattaforma che offre interventi cognitivi specifici per la cura della depressione. Altre app che sono state approvate dalla FDA, sono la terapia digitale reSET, per il disturbo legato all'uso di sostanze stupefacenti e la Endeavor Rx, un'app dedicata al trattamento del disturbo da deficit dell'attenzione e all’iperattività, il tutto attraverso un videogioco che permetterebbe al bambino di migliorare l'attenzione.

L'Italia si trova, ancora una volta, indietro rispetto alla digitalizzazione e alle terapie digitali. Le motivazioni potrebbero essere dovute ad una diffidenza generale, da parte di una certa fetta del personale medico, nei confronti di questo tipo di innovazione che, a sua volta, genera una mancanza di richiesta sul mercato e, di conseguenza, i nostri sviluppatori non hanno grandi possibilità di esprimersi al meglio, creando nuove app. A questo bisogna aggiungere il fatto che, molte volte, si corre il rischio di confondere queste app con altre applicazioni relative al benessere e alla forma fisica. Segni positivi, però, ci giungono dall'Istituto Superiore di Sanità, che sta avviando la prassi per regolamentare l'uso delle Dtx in Italia.

 Pur rimanendo fermamente convinta dell'impossibilità di una totale digitalizzazione in ambito medico-sanitario, auspico, per il nostro paese, un prosieguo e una messa in pari tecnologica, ai fini di un buon uso delle terapie digitali anche per i nostri pazienti.

1) Docente di Italiano, Storia e Geografia

Fake News nell’epoca della quarta rivoluzione di Rosa Suppa

Abstract

«La verità è il prodotto di relazioni di potere e chi ha il potere tende a imporre la propria verità.» Individuare  fake news non è facile, esse non si palesano solo attraverso articoli “clickbait” che compaiono a lato delle pagine internet. Mettere in discussione le premesse che autorizzano certe conclusioni può consentire di aggredire alcune posizioni di potere e quindi – kantianamente – «promuovere un’uscita dallo stato di minorità.»

RIFERIMENTI

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ICTEDMAGAZINE

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Luigi A. Macrì