I.C.T. News

La trasformazione digitale tra l’edge computing e il 5G

a cura di Giovanna Brutto
Dott.ssa in Scienze Politiche - Docente

Abstract - Il seguente articolo cerca di comprendere sinteticamente le trasformazioni digitali odierne e la rete del 5G.

La principale trasformazione digitale in corso in tutto il mondo nella nostra era ha introdotto un'ampia varietà di applicazioni e servizi.  Internet sta diventando sempre più ‘Outernet’, dal cyberspazio è penetrata nel mondo fisico tra cui la realtà aumentata, macchinari che consentono di operare chirurgicamente da remoto; veicoli con pilota automatico; reti radiomobili 5G e simili. Sembrerebbe quasi fantascienza, eppure essi stanno diventando parte della nostra quotidianità. Tale transizione, dal mondo virtuale a quello fisico, sta generando un’enormità di dati nella periferia della rete. Ma è possibile fermare questo inarrestabile sviluppo pensando all’impatto negativo che si genera?

Safer Internet day: genitori e Internet

di Giovanna Brutto
Dott.ssa in Scienze Politiche - Docente Scuola primaria


ABSTRACT - L’emergenza sanitaria e l’isolamento forzato hanno generato forti pressioni psicologiche fra gli insegnanti, gli alunni e le loro famiglie.

La continuità d’insegnamento e di relazione restano sempre importanti per il successo formativo ma la necessità di adattarsi a questa nuova realtà digitale espone tutti a nuovi e/o crescenti rischi informatici. Come possono orientarsi i genitori ad una gestione consapevole dei rischi di Internet per i loro figli? Analizziamo nel nostro articolo alcuni strumenti utili che le famiglie possono acquisire per gestire e ridurre i rischi della navigazione in rete.

Intelligenza Artificiale e Salute di Erica Calcagno

 

Intelligenza Artificiale e Salute di Erica Calcagno1

Abstract: La Digital Health, l'insieme dei servizi digitali al servizio della salute e delle cure mediche, presenta indubbiamente numerosi vantaggi, tra i quali la possibilità di intervenire attivamente sul recupero della propria salute.

 

Con il termine Intelligenza Artificiale (AI) si intende una disciplina informatica che si occupa di creare sistemi hardware e software dotati di caratteristiche tipicamente umane, quali la capacità di comprendere, ragionare, apprendere e interagire. Tra le varie applicazioni dell'Intelligenza Artificiale, la salute risulta essere una delle più interessanti e vantaggiose degli ultimi anni. In che modo è possibile intervenire attivamente sul recupero della propria salute? La Digital Health si avvale di diverse app mediche (Digital Therapeutics/DTx) che presentano diverse tipologie, in base al tipo di disturbo da monitorare. Fermo restando che l'utilizzo di queste app non sostituisce la terapia farmacologica, bensì coadiuvi il processo di guarigione, tuttavia si tratta di interventi curativi che, secondo gli ultimi studi medici, possono migliorare i risultati clinici.

Come funziona, dunque, una terapia digitale?

Potrà sembrare fantascientifico, ma anche una terapia digitale si avvale di un principio attivo e di uno o più eccipienti. La differenza sta nel fatto che, se nella farmacologia classica il principio attivo è di origine biologica, nel campo delle Dtx, il principio attivo è un algoritmo relativo all'elemento terapeutico in base al quale si potrà ottenere un determinato effetto clinico. Per quanto riguarda gli eccipienti, la forma con la quale il paziente ha la possibilità di confrontarsi è una sorta di gioco a premi, in cui si può avere un promemoria della terapia oppure, semplicemente, contattare il medico di fiducia. La prima app digitale è stata rilasciata nel 2009, con il nome di Deprexis, ed è ancora oggi una piattaforma che offre interventi cognitivi specifici per la cura della depressione. Altre app che sono state approvate dalla FDA, sono la terapia digitale reSET, per il disturbo legato all'uso di sostanze stupefacenti e la Endeavor Rx, un'app dedicata al trattamento del disturbo da deficit dell'attenzione e all’iperattività, il tutto attraverso un videogioco che permetterebbe al bambino di migliorare l'attenzione.

L'Italia si trova, ancora una volta, indietro rispetto alla digitalizzazione e alle terapie digitali. Le motivazioni potrebbero essere dovute ad una diffidenza generale, da parte di una certa fetta del personale medico, nei confronti di questo tipo di innovazione che, a sua volta, genera una mancanza di richiesta sul mercato e, di conseguenza, i nostri sviluppatori non hanno grandi possibilità di esprimersi al meglio, creando nuove app. A questo bisogna aggiungere il fatto che, molte volte, si corre il rischio di confondere queste app con altre applicazioni relative al benessere e alla forma fisica. Segni positivi, però, ci giungono dall'Istituto Superiore di Sanità, che sta avviando la prassi per regolamentare l'uso delle Dtx in Italia.

 Pur rimanendo fermamente convinta dell'impossibilità di una totale digitalizzazione in ambito medico-sanitario, auspico, per il nostro paese, un prosieguo e una messa in pari tecnologica, ai fini di un buon uso delle terapie digitali anche per i nostri pazienti.

1) Docente di Italiano, Storia e Geografia

Fake News nell’epoca della quarta rivoluzione di Rosa Suppa

Abstract

«La verità è il prodotto di relazioni di potere e chi ha il potere tende a imporre la propria verità.» Individuare  fake news non è facile, esse non si palesano solo attraverso articoli “clickbait” che compaiono a lato delle pagine internet. Mettere in discussione le premesse che autorizzano certe conclusioni può consentire di aggredire alcune posizioni di potere e quindi – kantianamente – «promuovere un’uscita dallo stato di minorità.»

PENSIERO COMPUTAZIONALE, CREATIVITÀ DIGITALE ED INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SCUOLA: UNA NUOVA VOCE NEL MONDO DEI SOCIAL NETWORK

di Mario Catalano

Docente, Ricercatore, Editore Scientifico

La rapida diffusione delle tecnologie, dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di machine learning – in grado di ricavare conoscenze in modo efficiente ed efficace da un complesso di dati sempre più ricco - sfida il mondo della formazione, chiamandolo a promuovere la ricerca di una sintesi tra i tradizionali valori fondanti della nostra cultura e le opportunità di sviluppo sociale ed economico presenti nel nuovo scenario dell’economia digitale.

Per dare un contributo in questa direzione, l’autore ha creato un canale YouTube (“Sorprese a 64 bit”), che propone contenuti sulla formazione del pensiero computazionale a scuola, nonché sullo sviluppo delle tecnologie d'intelligenza artificiale, sulle relative implicazioni etiche e su come le istituzioni educative potrebbero fare di tali temi parte integrante dei curricoli scolastici.

Fig. 1: “Sorprese a 64 bit”, canale di formazione sul mondo del coding, della robotica e dell'intelligenza artificiale.

Il canale si rivolge ai docenti, agli studenti e, in generale, a tutti i membri della comunità educante, nella speranza di promuovere il dibattito pubblico sui progressi tecnologici e le conseguenti trasformazioni sociali in corso. L’approccio proposto nei video pubblicati s’ispira alla logica del “learning by doing”: pertanto, si presentano applicazioni, kit di robotica ed attività illustrando come concretamente avvalersene per scopi di autoformazione oppure, in classe, per favorire nuovi e tradizionali apprendimenti negli allievi.

In relazione all’intelligenza artificiale, si propongono percorsi d'insegnamento e di apprendimento che prevedano lo sviluppo - con linguaggi di programmazione visuale - di media digitali (videogiochi, storie interattive, etc.) in cui incorporare modelli di machine learning. Questi sono realizzati con applicazioni web concepite per far comprendere a giovani e non esperti la logica degli algoritmi di apprendimento delle macchine.

II canale “Sorprese a 64 bit” è disponibile all’indirizzo https://www.youtube.com/c/Sorpresea64bit

La trasformazione digitale tra l’edge computing e il 5G di Giovanna Brutto

a cura di Giovanna Brutto
Docente, Dott.ssa Scienze Politiche


Abstract: Il seguente articolo cerca di comprendere sinteticamente le trasformazioni digitali odierne e la rete del 5G. La principale trasformazione digitale in corso in tutto il mondo nella nostra era ha introdotto un'ampia varietà di applicazioni e servizi. Internet sta diventando sempre più ‘Outernet’, dal cyberspazio è penetrata nel mondo fisico tra cui la realtà aumentata, macchinari che consentono di operare chirurgicamente da remoto; veicoli con pilota automatico; reti radiomobili 5G e simili. Sembrerebbe quasi fantascienza, eppure essi stanno diventando parte della nostra quotidianità. Tale transizione, dal mondo virtuale a quello fisico, sta generando un’enormità di dati nella periferia della rete. Ma è possibile fermare questo inarrestabile sviluppo pensando all’impatto negativo che si genera?

The Social Dilemma e gli hacker mentali di Luigi A. Macrì

Social Dilemma è un documentario, distribuito da qualche settimane su Netflix, di Jeff Orlowski, un regista di 36 anni che è stato in precedenza premiato con un Emmy per un altro documentario Chasing Ice sullo scioglimento dei ghiacciai e sul riscaldamento globale.

Il documentario tratta un tema molto attuale e diffuso ovvero gli effetti e i condizionamenti relativi alla presenza dei social nelle nostre vite. L’aspetto interessante di questa produzione e che i protagonisti sono tutti giovani che sono stati dirigenti di Google, Facebook, Pinterest, Instagram, Twitter e che hanno in comune una sorta di disagio etico, la sensazione comune che i social, nati con le migliori intenzione da chi le ha inventate e progettate e dirette, siano poi sfuggiti di mano.

UN'INTERA FAMIGLIA IN PUGLIA SCHIAVA DI INTERNET

Quattro componenti di una famiglia del Salento in Puglia si sono nutriti per due anni e mezzo solo di merendine, biscotti e caramelle perché impegnati nelle loro navigazioni nel web.

La scoperta è avvenuta in seguito ad una segnalazione ai servizi sociali da parte di alcuni docenti che avevano notato le condizioni generali e igieniche di una bambina di nove anni che era l’unica a varcare la soglia di casa per andare a scuola. La bambina ritornando da scuola comprava merendine, caramelle e biscotti che erano diventati, negli ultimi due anni, la loro alimentazione. Il padre, quaranta anni, ha una piccola pensione e, pertanto, non va a lavorare; la madre, senza occupazione, era anch’essa impegnata quotidianamente a navigare in rete; il figlio più grande, che ora ha quindici anni, da tempo non frequenta più la scuola perché preso dal web come tutta la famiglia. Il ragazzo, inoltre, è stato trovato con le piaghe ai piedi perché sebbene il piede fosse cresciuto negli ultimi anni, continuava ad usare scarse più piccole di quelle che necessitava.

Quattro componenti di una famiglia del Salento in Puglia si sono nutriti per due anni e mezzo solo di merendine, biscotti e caramelle perché impegnati nelle loro navigazioni nel web.

Smarthphones e settore sanitario

"Gli smartphone stanno, sempre di più, trovando la loro strada nel settore sanitario. Il tuo cellulare può ora annusare i batteri!!

I ricercatori dell'IIT-Delhi hanno sviluppato un biosensore e un'app che può essere utilizzata per il rilevamento dei batteri. Il biosensore collegato al tuo telefono può fiutare i batteri. Si può montare il biosensore davanti alla videocamera mobile e le immagini catturate dalla telecamera vengono inviate all'app mobile denominata "rilevatore colorimetrico" sviluppata dal team, per l'analisi. Dal momento che la presenza di batteri dal vivo fa cambiare il colore della superficie del biosensore in nero, l'app mobile misura il cambiamento relativo nel colore della superficie. Una volta raggiunto il punto di riferimento, il telefono cellulare vibra ed emette un segnale rosso. Ciò rende il rilevamento facile, portatile e forse economico. Il biosensore basato su app mobile potrebbe distinguere batteri vivi e morti entro 6 ore rispetto ai metodi convenzionali, che richiedono circa 16-24 ore. Ciò vale per potenziali applicazioni in ospedali e cliniche per la diagnosi di infezioni e malattie causate da agenti patogeni resistenti agli antibiotici e non resistenti."

Venkatraman Venkitachalam – Bengaluru Area, India – Linkedin 21/01/2019

Traduzione: Luigi A. Macrì

Big data e prevenzione degli infortuni sul lavoro

Una delle prospettive più interessanti, a mio parere (nonostante il cronico e consueto ritardo del nostro paese in tal senso molto misoneista), del panorama delle tecnologie telematiche applicate alla sicurezza sui luoghi di lavoro potrebbe essere offerta dall’accoppiamento tra due termini di cui si sente parlare quasi quotidianamente: big data e near miss.  Lasciando da parte la facondia verbale possiamo identificare i primi come una grossa mole di dati “grezzi” di varia provenienza, laddove, con il secondo termine, identifichiamo qualsiasi evento che avrebbe potuto causare un infortunio, un danno alla salute (malattia) o morte ma, “solo per puro caso”, non lo ha prodotto. Nella letteratura scientifica è ormai riconosciuta l’abbondanza delle occorrenze dei near miss in ambito lavorativo e gli sforzi dei Servizi di Prevenzione e Protezione moderni indirizzano la loro attenzione alla raccolta sistematica di questa tipologia di eventi per elaborare statistiche davvero interessanti. Ecco il punto di incontro dei due termini: la raccolta operosa dei “quasi infortuni” può seguire il trattamento riservato ai dati generici accumulati e portare ad una “scoperta della conoscenza” attraverso il data mining ovvero l’estrapolazione, da dati opimi, di informazioni utili per la vita quotidiana. Perché catalogare proprio i near miss è facile a dirsi. Infatti, mentre il ricavare dati da un infortunio è subordinato all’avvenimento stesso che si vorrebbe evitare in tutti i modi, memorizzare near miss serve proprio ad evitare che eventi infortunistici possano verificarsi. Oggi il campo nel quale il data mining è maggiormente pervasivo è rappresentato dal settore di marketing per la catalogazione dei clienti, lo studio di offerte mirate e di accostamenti tra prodotti, analizzando i quali si possono scoprire cose davvero bizzarre. La sua possibile applicazione deriva da hardware sempre più potenti e dati sempre più copiosi la cui memorizzazione sistematica senza un minimo di trattamento o l’analisi proficua risultano praticamente impossibili. Ma cosa si può fare applicando il data mining alla sicurezza sul lavoro analizzando i near miss? Alcuni esempi possibili sono: trovare dei nessi causali per eventi a rischio (data association), prevedere alcune situazioni future (regression analysis), riconoscere i pattern (schemi ricorrenti) all’interno di un database (classification analysis), raggruppare elementi omogenei (clustering analysis), fare data warehousing ovvero rivolgere l’attenzione alla profilazione del lavoratore, ad esempio, piuttosto che al cantiere specifico identificando, prima dell’inizio, rischi e comportamenti da evitare in quanto a potenziale pericolo. L’idea è che, incentivando la memorizzazione dei dati e stimolando lo sviluppo di strategie sulla falsariga di quanto esposto, si possa in tal modo aiutare il datore di lavoro a prendere decisioni corrette.

 

Ing. Paolo Preianò

Esperto in sicurezza del lavoro

Intelligenza Artificiale: a Dubai il primo Ministero

Gli Emirati Arabi Uniti hanno spesso dimostrato di essere all’avanguardia della tecnologia adottando soluzioni “futuristiche” come le hoverbike per la polizia e i taxi volanti monoposto a guida autonoma. L’ultimo orgoglio dell’Emirato è il Ministero per l’Intelligenza Artificiale, che avrà il compito di sviluppare una giurisprudenza che tenga conto delle implicazioni etiche e legali per il progresso delle IA future. Tra i piani del Governo, infatti, c’è la volontà di introdurre entro il 2030 unità per il pattugliamento delle strade non umane mentre nel breve periodo è prevista la sperimentazione delle targhe digitali, uno strumento smart che consentirà lo scambio di molte informazioni utili. Le nuove targhe permetteranno di allertare automaticamente la polizia ed il soccorso sanitario in caso di incidente ma anche avvisare gli altri guidatori per informarli su eventuali problemi lungo la strada (incidenti, code, ecc.).

CALABRIA E INTERNET: DUE MONDI A SÉ STANTI

Ormai Internet è in quasi tutte le case italiane. Dall’ultima “Rilevazione sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese” dell’Istat nel 2017 risulta che in Italia la quota di famiglie che dispone di un accesso a Internet è aumentata dal 69,2% al 71,7% e la connessione fissa (DSL, ADSL ecc.) rimane la modalità di accesso più diffusa (36%). Tuttavia a livello territoriale si conferma il binomio Nord-Sud; in particolare la Calabria si conferma la regione con il minor tasso di diffusione di Internet tra le famiglie (64%) e a banda larga (61,5% - valore Italia 69,5%).

RIFERIMENTI

logo icted

ICTEDMAGAZINE

Information Communicatio
Technologies Education Magazine

Registrazione al n.157 del Registro Stam­pa presso il Tribunale di Catanzaro del 27/09/2004

Rivista trimestrale  

Direttore responsabile/Editore-responsabile intellettuale

Luigi A. Macrì