Lavoro e sicurezza

NELLA NUOVA ERA DEI MATERIALI

Questo articolo affronterà alcune tra le nuove frontiere relative ai materiali innovativi da impiegare per l’abbigliamento e i Dispositivi di Protezione Individuale in ambito Sicurezza sui luoghi di lavoro. Con l’ottica centrata sul comfort e sul benessere del lavoratore, saranno discussi gli ultimi esperimenti nel settore con una piccola previsione sul futuro impiego.

Ricordo ancora, con una vena un po’ malinconica, il primo corso sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di un decennio fa, quando faceva capolino, nel panorama normativo italiano, il D.Lgs. 81/08 destinato a cambiare, in modo più o meno radicale, la concezione health and safety del nostro paese. Ve ne parlo in questo articolo perché ricordo che una delle affermazioni di uno dei relatori fu la seguente: “Vedrete che fra un po’ di anni gli studi si concentreranno sull’introduzione di nuovi materiali che ci aiuteranno ad affrontare le sfide che verranno”. La previsione, alla luce anche di quello che descriveremo in breve in questo articolo, risulta quanto mai azzeccata perché, in effetti, questa è la nuova frontiera, il nuovo ramo di ricerca e di investimento che gli enti e le organizzazioni di grossa dimensione hanno attivato da un po’ di anni e che oggi sta incontrando i favori più che mai. Per prima cosa cerchiamo di capire che caratteristiche deve avere un vestiario specifico o un DPI per poter essere performante. Direi di partire dall’ ergonomia nel senso che deve poter garantire una comodità nell’uso, nell’impiego e mantenere il comfort di chi lo utilizza. Immaginiamo un lavoratore sotto al sole nei periodi di canicola, in quello stato un pantalone piuttosto che un gilet devono certamente essere traspiranti e mantenere, per quanto possibile, una temperatura non elevata altrimenti andrebbero a decadere tutte le condizioni ergonomiche e risulterebbe, più che altro, un impedimento ulteriore al lavoro. Dobbiamo, altresì, considerare, nei parametri che determinano la scelta di un materiale anche la protezione. Che significa? Significa che, determinati prodotti, devono, per costruzione, essere composti di materiali appositi per proteggere dal pericolo per il quale sono stati progettati. Un vestiario per la protezione dall’arco elettrico dovrà sottostare ai metodi di prova in base alla normativa IEC EN 61482-1-1:2019 che ne prevede alcune caratteristiche specifiche (ignifugo, alta resistenza ecc.). Volendo aggiungere un altro punto che oggi, nella progettazione di qualsivoglia prodotto, rappresenta il focus principale, potremmo includere anche la facilità di smaltimento con la quale, nelle logiche dell’economia circolare della quale tanto si parla e dell’end of waste, etichettiamo il prodotto stesso con la promessa che, a fine ciclo di vita, non andrà a costituire fonte di inquinamento per l’ambiente e che potrà essere facilmente alienato e riciclato senza particolari problemi. Ci sarebbero tanti altri parametri da considerare ma, per il momento, focalizziamoci su questi tre: ergonomia, protezione e facilità di smaltimento (in realtà, tra le valutazioni primarie, vi è anche l’aumento della produttività ma, chi ha seguito i miei articoli, sa benissimo che non amo considerarla parte integrante quando si parla di salute e sicurezza per cui non la considereremo nemmeno in questo contesto) e osserviamo da vicino qualche idea del mondo industriale per notare come questi tre punti si fondano insieme sfruttando le varie composizioni di materiali che oggi si stanno mettendo sul piatto della bilancia.

Il principio è il seguente: l’abbigliamento o il DPI deve essere prodotto in funzione del lavoratore e non il contrario. Questo principio, nelle mie docenze, lo ripeto sempre allo sfinimento perché rappresenta la chiave per comprendere il Testo Unico e per inculcare il vero principio essenziale che è quello di considerare il lavoratore come il cliente finale di una filiera nella quale tutti gli altri sono chiamati a metterlo in condizione di esercitare il proprio lavoro “in sicurezza”, il lavoratore è, per tale ragione, il massimo creditore.

Un primo tessuto che dobbiamo presentare è il RIPSTOP. Si tratta di un tessuto in nylon, realizzato con tecniche particolari che gli conferiscono alta resistenza allo strappo. Il materiale ha da un po’ di tempo trovato impiego in ambito militare, ma è comunemente utilizzato per attrezzature da campeggio quali tende e coperture esterne di sacchi a pelo. E 'anche usato per fare ali di deltaplano e parapendio, paracaduti, mongolfiere, vele, aquiloni, bandiere, striscioni e abiti sportivi. Nel corso della tessitura, infatti, i fili di rinforzo (spessi) sono intrecciati a intervalli regolari seguendo uno schema a campitura incrociata per formare un disegno ad intrecci quadrettato. Che vantaggi hanno? Intanto di essere leggeri in quanto particolarmente sottili e poi anche di avere una base confortevole e con alta resistenza agli strappi.

Un secondo materiale, molto utile in determinati contesti è il cosiddetto COTTONSKIN.  Spesso quando sentiamo parlare di 50% cotone e 50% poliestere si intende un tessuto il cui intreccio è fatto da filati di cotone intrecciati a filati di poliestere. Il COTTONSKIN invece è un particolare tessuto costruito accoppiano ( a strati/sandwich) cotone e poliestere. Il risultato è un tessuto che pur essendo 50% cotone e 50% poliestere risulta avere la componente di cotone presente al suo interno dal lato della pelle e il poliestere dalla parte esterna. Ciò permette di ottenere un tessuto che sulla pelle risulta essere estremamente confortevole (essendo la pelle a contatto solo del cotone) ed essere nella parte esterna molto morbido e resistente (sia in termini di lavaggi che di mantenimento del colore) oltre che permettere una rapida asciugatura.

Altro elemento degno di nota è il GRID TECH: sottile e traspirante grazie alla sua particolare struttura a griglia. Il pile GridTech è un materiale sottile ed altamente traspirante che è comprimibile in spazi molto ridotti grazie alla sua caratteristica struttura a griglia. Può essere utilizzato per un ottimo isolamento termico durante l’attività lavorativa all’aperto, avendo la caratteristica di trattenere il calore del corpo grazie alla sua struttura alveolare, ma anche come primo strato in situazioni meno attive. È particolarmente elastico ed elimina l’umidità accumulata durante lo sforzo mantenendo inalterate le proprie capacità isolanti.

È importantissimo anche, tra le caratteristiche fondanti di un abbigliamento da lavoro, considerare la personalizzazione dell’abbigliamento. Questo principio va a costituire anche uno strumento di “fidelizzazione” del lavoratore con l’azienda della quale fa parte. Un lavoratore si abituerà ad associare un colore, uno stemma, una immagine all’organizzazione di appartenenza. Ad esempio, spesso si usa distinguere i colori del preposto da quelli del lavoratore “semplice”. Questa distinzione può avvenire nella colorazione dell’elmetto (rosso per il preposto, bianco/giallo per il lavoratore) o di altre parti del vestiario. Questa differenziazione non ha il fine di creare una struttura gerarchica, che pure è presente e richiede evidenza, quanto quella di ricordare costantemente ai singoli soggetti con compiti importanti su un cantiere il fatto di ricoprire un certo ruolo nella filiera di gestione della sicurezza dei lavoratori.

Facciamo capolino anche su quelli che vengono denominati MATERIALI SMART. Spesso, nel settore, si sente parlare di Wearable Technologytecnologia indossabile, ed è quella parte di mercato che ha catturato l’interesse di molti ricercatori e progettisti alla ricerca di nuove soluzioni nel campo dell’abbigliamento smart, con prodotti interattivi in nuovi tessuti in grado di colloquiare con smartphone, dotati di LED e sensori. Naturalmente alcune aziende hanno utilizzato questi spunti in altro modo, come ad esempio per creare abbigliamento da lavoro salvavita, in grado di aiutare l’operatore in caso di pericolo ed emergenza. Nonostante il design rimanga un punto fermo in tutti i progetti, c’è chi è riuscito ad abbinarlo all’ambiente, sfruttando i tessuti per emergenze ambientali come polveri sottili, smog ed emissioni industriali. In questo campo sono nate delle soluzioni estremamente importanti che vanno dalla giacca che si scalda da sola rilevando una temperatura ambiente al di fuori del range di comfort, oppure all’abbigliamento che segnala determinati pericoli come ad esempio il passaggio di una lieve corrente elettrica o ancora una maglia con dei led che segnalano la presenza di un determinato inquinante e così via. Si tratta di soluzioni ancora embrionali ma che, per la portata che avranno, sono sicuro che saranno in grado di rivoluzionare lo scenario da qui ai prossimi anni.

Ecco, questi sono esempi di come la tecnologia possa aiutare e migliorare le condizioni del lavoratore. Ora bisogna fare il passaggio cruciale e, probabilmente più importante di tutti: convincere i datori di lavoro che quelle cifre che andranno a spendere saranno un investimento e non un costo. E su questo ci sarà tanto da lavorare…

BIGLIOGRAFIA:

http://rcdrappresentanze.it/ita/2019/09/nuovi-tessuti-innovativi-per-il-mondo-del-lavoro/

https://www.ilprogettistaindustriale.it/tessuti-innovativi-verso-il-futuro-con-i-nuovi-materiali-smart/

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