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Agricoltura 4.0: Scenari, opportunità e ruolo del legislatore

Abstract: Negli ultimi anni l’agricoltura sta vivendo un periodo di forti cambiamenti: sostenibilità e qualità sono i due paradigmi entro cui questi cambiamenti si muovono. L’evoluzione tecnologica sta apportando gli input necessari per guidare questi paradigmi. Questo ecosistema produttivo agricolo digitale tuttavia necessità di norme. L’articolo si pone l’obiettivo di contestualizzare la situazione attuale del settore e offre spunti di riflessione su possibili aspetti normativi.

L’agricoltura rappresenta la prima forma produttiva dell’uomo da molto tempo. Si esplica nell'attività umana che consiste nella coltivazione di specie vegetali al fine di ottenere prodotti a scopo alimentare. Si tratta di un settore che ha notevolmente contribuito allo sviluppo della civiltà umana. Un processo andato di pari passo con le prime forme di società stabili, con una propria organizzazione. Tre fattori hanno contribuito in maniera primaria allo sviluppo di questo settore: 

  • il know how umano che nel tempo si è sviluppato attraverso la conoscenza e la tecnica delle colture, dei terreni, delle modalità.
  • le condizioni climatiche che avvengono in un determinato luogo, nel corso degli anni o del singolo anno produttivo. 
  • L’apporto di nuove tecnologie che hanno migliorato la produzione, la meccanizzazione di alcuni processi

 Sono due fattori che incidono sull’out-put finale. Si tratta di una serie di attività in cui incidono l’attività umana e il ciclo biologico di ciascuna specie vegetale che viene coltivata. Queste attività svolte secondo un criterio conseguenziale al fine di ottenere il raccolto il quale viene immesso nel mercato per soddisfare un bisogno primario: l’alimentazione. Ovviamente proprio per lo sfruttamento delle risorse naturali l’agricoltura viene inquadrata all’interno del settore primario. 

Negli ultimi anni sono due i profili che richiedono tutela: da un lato un’agricoltura sostenibile e in grado di garantire un approvvigionamento alla popolazione mondiale; dall’altro lato la certezza che un prodotto di alta qualità, coltivato in un dato luogo e soggetto a processi di trasformazione tipiche non venga contraffatto attraverso prodotti simili ma che non rispettano i requisiti tipici (aliud pro alio). 

All’interno di questi due requisiti, appare necessario, individuare non soltanto le norme che possano regolamentare questo settore (le quali sono già presenti) quanto comprendere quali tecnologie possano essere utili. Negli ultimi anni, si parla per l’appunto di agricoltura 4.0, un mercato in rapida espansione; solo a titolo esemplificativo si riportano alcuni numeri di una ricerca del 2018 dell’ Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano:  vale  fra 370 e 430 milioni di euro, il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo, il mercato italiano dell'agricoltura 4.0 nel 2018, di cui oltre 300 soluzioni, già sul mercato, sono impiegate dal 55% delle aziende agricole intervistate. Ed è anche in rapida crescita: +270%.

Le soluzioni tecnologiche e metodologie in grado di incidere positivamente sono diverse: 

  • Sensori e Big Data Analytics: attraverso la sensoristica Internet of Things è possibile monitorare il processo di coltivazione, mediante i dati, di una pianta al fine di comprendere lo sviluppo, possibili malattie, la necessità di interventi specifici. 
  • Big Data Analytics: Questo quantitativo di dati possono essere analizzati proprio grazie al data analytics che consente di fare un’analisi predittiva in grado offrire informazioni per affrontare situazioni future. La Data Analytics è un processo di ispezione, pulizia, trasformazione e modellazione di dati con il fine di evidenziare informazioni che suggeriscano conclusioni e supportino le decisioni strategiche aziendali.
  • Blockchain: catena di blocchi, immutabile e distribuita, in grado di offrire la tracciabilità del prodotto finale, attraverso la raccolta dei dati e la loro analisi: infatti, è possibile offrire al cliente finale tutte le informazioni di quel dato prodotto. Viene, inoltre  garantita la tracciabilità e la certezza che quel dato prodotto sia effettivamente di qualità. 

    A ben vedere si tratta di soluzioni che offrono un ecosistema digitale in grado di guidare una profonda trasformazione del settore.

    Anche l’Unione Europea sta già indirizzando le proprie scelte verso un sistema che favorisca la digitalizzazione del settore: nel periodo 2014-2020 la politica agricola comune dovrebbe fornire servizi e infrastrutture migliori a 18 milioni di cittadini che vivono nelle aree rurali, pari al 6,4 % della popolazione rurale dell’UE. Una priorità in grado di favorire un processo che renda la produttività e la valorizzazione agricola.

    Inoltre, è stata firmata una convenzione “Digital day 2019” sottoscritta da 24 Stati membri dell’UE (tra cui l’Italia). Una dichiarazione di cooperazione sulla digitalizzazione dell'agricoltura nelle aree rurali europee. L'obiettivo della dichiarazione di cooperazione è quello di intraprendere una serie di azioni a sostegno di una digitalizzazione di successo dell'agricoltura e delle aree rurali in Europa, nonché dello smart farming, che si basa sull'idea di creare sistemi di supporto di tecnologie ICT in grado di elaborare dati in tempo reale, in termini di crescita e sviluppo, e quindi di rafforzare i settori dell'agricoltura intelligente e della tracciabilità dei prodotti alimentari.

    Esistono già soluzioni sul mercato in grado di offrire l’ accompagnare questa trasformazione: da soluzioni in grado di adattarsi a qualsiasi coltura ad altri più specifici e maggiormente efficaci che si focalizzano su una sola coltura andando ad offrire una maggiore peculiarità e automazione completa. La scelta non è di poco conto, in quanto una soluzione peculiare è consigliabile laddove la realtà produttiva si concentri su un solo tipo di coltura; viceversa in realtà produttive dedite a più tipologie di coltivazioni appare utile adottare una soluzione in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di coltura tenendo ben a mente che questo non incide sulla capacità di analizzare il ciclo produttivo annuale, quanto all’integrazione con requisiti normativi imposti per quel tipo di coltivazione. 

    Questo ecosistema tecnologico, come si è detto sopra, può anche apportare un approccio più consapevole lato consumatore. Dato un prodotto finale immesso in commercio, il cliente attualmente acquista leggendo l’etichetta che accompagna il prodotto. Per quanto esistono già norme che contrastano la frode alimentare, tuttavia non offrono un sistema di certezza e una customer experience completa. Con l’apporto di tecnologie, non solo il cliente attraverso un QR code può leggere le stesse informazioni che essendo condivise su blockchain sono immutabili ed inoltre può anche ricevere ulteriori informazioni sull’azienda che li produce, sul campo, sulle caratteristiche del luogo.

    Questo processo da un lato va fortemente accompagnato con un sistema di norme in grado di tutelare le caratteristiche tecnico-produttive, in quanto l’automazione  è vero che può migliorare ed implementare la produzione, ma è anche vero che la manodopera dell’uomo in alcuni aspetti è insostituibile. Anche per quanto riguarda i sistemi di antifrode è necessario creare un sistema omogeneo di informazioni minime che devono essere riportate all’interno di un ecosistema composto da una blockchain, fermo restando la possibilità di una soluzione che possa offrire informazioni ulteriori.

    Per fare ciò, è necessario un dibattito tra legislatore e stakeholders (agricoltori, operatori digitali, consumatori finali) che sappia avvalorare e allo stesso tempo guidare questi cambiamenti epocali. Risulta evidente che, per fare ciò, è necessario che le istituzioni europee siano in prima linea.

    Benedetto Fucà

  • Digital forensic e computer crime
  • Business analyst
  • Laurea in Giurisprudenza e Master in Cyber security

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