Editoriali

RISCHI DI DIPENDENZA DALLE TECNOLOGIE: GEORGE SOROS AL WORLD ECONOMIC FORUM ATTACCA FACEBOOK E GOOGLE

RISCHI DI DIPENDENZA DALLE TECNOLOGIE: GEORGE SOROS AL WORLD ECONOMIC FORUM ATTACCA FACEBOOK E GOOGLE

George Soros è un imprenditore ungherese di 87 anni, naturalizzato negli Stati Uniti, presidente della Soros Fund, dell'Open Society Foundations e fondatore del Quantum Group, con un patrimonio netto stimato in 22,4 miliardi di dollari; una della trenta persone più ricche del mondo.

Il suo intervento annuale al World Economic Forum di Davos è sempre molto atteso. Per il Forum del corrente anno, avrebbe voluto, come lui stesso ha affermato, intervenire per trenta minuti, lasciando lo stesso tempo per le risposte, ma il suo discorso si è prolungato per quasi un’ora a causa “della gravità dei problemi che si presentano”.

In apertura,dopo aver messo in evidenza le problematiche di sicurezza mondiale, vedi la corsa agli armamenti nucleari della North Corea e i rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia e la Cina, Soros ha sviluppato il tema dei monopoli delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i rischi connessi. 

“Le aziende di social media” afferma Soros “ingannano i loro utenti manipolando la loro attenzione indirizzandola verso i propri scopi commerciali. Essi deliberatamente definiscono e costruiscono una dipendenza ai servizi che forniscono. Questo può essere molto dannoso, in particolare per gli adolescenti. Esiste una somiglianza tra piattaforme Internet e società di gioco. I casinò hanno sviluppato tecniche per agganciare i giocatori d'azzardo al punto in cui scommettono tutti i loro soldi, anche i soldi che non hanno.”.

Da questo aspetto Soros si volge a riflettere su temi che educatori, psicologi e psichiatri di tutto il mondo stanno orami seguendo da anni: l’influenza delle tecnologie sullo sviluppo della mente umana.

“Qualcosa di molto dannoso e forse irreversibile sta accadendo all'attenzione umana nella nostra era digitale. Non solo distrazione o dipendenza; le società di social media stanno inducendo le persone a rinunciare alla propria autonomia. Il potere di plasmare l'attenzione delle persone è sempre più concentrato nelle mani di poche aziende. Ci vuole uno sforzo reale per affermare e difendere ciò che John Stuart Mill ha definito "la libertà della mente". C'è una possibilità che una volta persa, le persone che crescono nell'era digitale avranno difficoltà a riconquistarla. Ciò potrebbe avere conseguenze politiche di vasta portata. Le persone senza la libertà di mente possono essere facilmente manipolate. Questo pericolo non incombe solo in futuro; ha già svolto un ruolo importante nelle elezioni presidenziali americane del 2016.”.

E’ questo un grido di allarme forte e chiaro da parte di un uomo che da diversi decenni ha vissuto pienamente le grandi trasformazioni economiche e sociale del nostro pianeta. Egli giunge a ipotizzare seri pericoli per le nostre libertà non solo mentali ma sociali fino ad affermare che queste aziende con i loro affari hanno “conseguenze negative di larga portata sul funzionamento delle democrazia, in particolare sulla sicurezza e la libertà delle elezioni".

Negli Stati Uniti sono attivi da qualche anno movimenti che cercano di ostacolare l’invasività ormai insopportabile delle tecnologie. Risulta, comunque, evidente dal dibattito internazionale che senza la collaborazione fattiva delle grandi aziende delle tecnologie come Google, Facebook, Apple e Microsoft non c’è alcuna speranza di giungere ad una soluzione.
Noi facciamo appello a tutti gli educatori, professori, presidi, genitori, studenti affinché si possa aprire un dibattito continuo su questo tema al fine di sviluppare un uso sempre più adeguato e consapevole delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Luigi A. Macri

Direttore responsabile

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