Non esistono più, secondo alcuni, movimenti culturali e artistici forti, eppure nella tecnica dei “makey makey” ci ritrovo un richiamo dadaista e futurista.
I Makey Makey sono semplici kit di basilare ingegneria meccanica che riescono a rendere degli oggetti quotidiani, come un mela o una banana o comunque qualsiasi cosa conduca elettricità, un touchpad, ovvero uno strumento musicale, o più correttamente un ricevitore di input che in molti casi può sintetizzare suoni in modo analogico, elettrofono o ad oscillatori e in altri casi può fungere semplicemente da input per un dispositivo tecnologico (come una piccola tastieria o un trackpad). Ad un primo approccio può sembrare complicato ma in realtà non utilizza alcun Software o Driver, perciò, è alla portata di tutti, più piccoli e più grandi senza nozioni di meccanica.
Naturalmente ciò ha dei risvolti sul mondo della didattica: è possibile, infatti, utilizzare tali meccanismi per implementare una didattica tattile interattiva.
Grazie ai Makey Makey si possono approfondire più campi, più discipline contemporaneamente e trasversalmente: il coding e la matematica, la chimica, la musica e l’arte in generale. Stimola quindi negli studenti da un lato la creatività e dall’altro la manualità: un giusto connubio tra teoria e pratica.
Inoltre, questi strumenti potrebbero essere utilizzati come ausili per aiutare le persone diversamente abili.
Possiamo suddividere due fasi di utilizzo dei Makey Makey:
- La creazione dell’innovativo oggetto tramite coding e creatività;
- La fruizione del makey makey e la funzione tattile interattiva
Creando così la “bongo-banana” o la “piano-mela” è possibile richiamare i ready-made dadaisti, ovvero il depauperamento della funzione principale di un oggetto e l’assegnazione arbitraria di un’altra funzione spesso legata ad una critica sociale o culturale. Allo stesso tempo ricorre il tema della meccanicità, delle macchine e del movimento tipico del futurismo.
Insomma, la giusta unione non solo di pratica e teoria, ma anche di arte e tecnologia e di staticità e dinamica. Una tecnica innovativa, poco conosciuta ma che potrebbe aprire le frontiere a nuovi metodi didattici e nuovi modi di fare arte.