Lavoro e sicurezza

Un cantiere senza umani

Un cantiere senza umani

Un cantiere senza umani di Paolo Preianò1

Abstract - Nell’articolo saranno analizzati gli sviluppi degli ultimi anni per quanto riguarda la pervasività della robotica e dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro con tutte le criticità del caso. Saranno presi in esame alcuni spunti della normativa italiana, europea ed internazionale per comprendere cosa ci aspetta e quali direzioni seguire per la mitigazione di ogni rischio.

L’altra notte, giuro, ho sognato di essere il direttore dei lavori di un cantiere futuro fatto di soli robot. Tutto filava liscio: ubbidienza totale al limite della sudditanza, adulazione massima, rispetto puntuale delle regole, nessuna necessità di verificare che i lavoratori siano in possesso di dispositivi di protezione individuale (a chi può importare se un robot si rompe l’end effector…) o di idoneità sanitaria alla mansione. Un paradiso. Poi, ad un certo punto, ricordo di aver avuto fame e di aver, istintivamente e senza riflettere, chiesto a tutti di interrompere le lavorazioni per andare a pranzare insieme e bere un caffè.

Non so se vi è mai capitato di sognare, essendo certi che si tratti di un sogno ma di esserne intrappolati all’interno e di attendere quell’evento, che sia una parola, un gesto o una caduta rovinosa che, magicamente, ci riporta nella realtà. Mi trovavo esattamente in quella condizione. Ero convinto di sognare ma attendevo un passaggio verso il mondo reale. Quella navetta mi fu offerta, facendomi sobbalzare dal letto, dalla risposta di uno dei presenti, presumo il master di tutti:

  • Capo, noi non mangiamo, non beviamo, non fumiamo, non dormiamo. Lavoriamo solo. Per questo ci amate così tanto!

Che bello svegliarsi e dire: E tutto un sogno. Ma è davvero così remota la storia che stiamo raccontando? A seguire il panorama scientifico del settore sembrerebbe proprio di no.

Nel 1956, alcuni esperti di computazione diedero all’intelligenza artificiale l’idea che possa condurre a far comportare una macchina in modi che sarebbero chiamati intelligenti se un essere umano si stesse comportando così. Idea lodevole senza dubbio. Eppure le macchine che ho sognato non mangiavano mai e pensavano solo a lavorare, lo stesso termine robot pare rimandare a significati quali schiavo o lavoro pesante. È questa l’idea di uomo intelligente? È inevitabile che l’intelligenza artificiale dei nostri tempi e degli sviluppi futuri sia concentrata sulla creazione di attività intelligenti in quanto dotati di alcuni parametri essenziali che sono: ragionamento e apprendimento. Un buon robot sarà in grado di “ragionare” non come intendiamo noi, bensì come ricezione di input dal sistema sensoriale e conseguente elaborazione degli stessi per identificare un’azione finalizzata al raggiungimento del target fissato dall’umano - si spera. Per il cantiere che stavo oniricamente dirigendo i lavoratori dovevano fare un certo manufatto e l’azione migliore in quel momento era semplicemente lavorare non avendo altro di cui preoccuparsi. L’apprendimento è differente e potenzialmente pericoloso. Anche gli uomini potenti nel corso dei secoli si sono sempre preoccupati di fare in modo che i sudditi apprendessero il meno possibile proprio perché l’apprendimento accresce il ragionamento e non viceversa. Se i robot apprendessero per miracolo che vivere una vita in quelle condizioni non ha alcun senso inizierebbero a valutare altre azioni in relazione agli input sensoriali. Inizierebbero cioè a ribellarsi e questo l’umano, come il potente di un tempo, non può permetterselo perché si trova in minoranza. Il pericolo per l’uomo sta in questo campo. Se le macchine iniziassero ad evolvere il loro sistema di apprendimento, che sia una rete neurale, un albero decisionale o altra tipologia, per gli uomini di oggi soprattutto sarebbe un grosso guaio.

Ora torniamo a noi. Nel panorama europeo la robotica è intesa come “Intelligenza Artificiale in azione nel mondo fisico” che ha richiesto, nel corso degli anni, una difficile e tortuosa regolamentazione. Per quanto riguarda la regolamentazione europea, non possiamo non citare la Direttiva 2006/42/CE, nota come Direttiva macchine, oppure gli standard di riferimento, applicabili nei sistemi che impiegano macchine dotate di intelligenza artificiale, ad esempio la ISO 10218:2011 – Robots and Robotic Devices, ISO 13482-2014 – Safety Requirements for Personal Care Robots ed altri sistemi, quali il Codice Etico del 2019 da parte dell’Unione Europea con le linee guida per l’utilizzo e sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiale che nei precedenti numeri abbiamo anche trattato, seppur brevemente. La Commissione Europea ha avuto modo di dire la sua riguardo allo sviluppo della Robotica segnalando che, nell’immediato futuro, testualmente:

“Influenzerà ogni aspetto in ambito lavorativo e in ambito domestico. La robotica ha le potenzialità per trasformare la vita e le pratiche di lavoro, aumentare l’efficienza e i livelli di sicurezza, assicurare livelli di servizio più elevati e creare lavoro. Il suo impatto crescerà nel tempo, così come l’interazione tra robot e persone”. Oppure: “Oggi, i robot stanno raggiungendo capacità e un’adattabilità eccezionali e la robotica e IA avranno implicazioni enormi per settori di vario genere”.

Cosa accadrà negli ambienti di lavoro è già accennato nelle attuali modifiche strutturali degli uffici o dei cantieri. La crescita esponenziale dell’efficienza delle macchine creerà eguale richiesta di risorse umane qualificate per poterle gestire, manovrare, comandare, riparare. La crescita, purtroppo, a meno di inversione di tendenza, porterà maggiore stress e discriminazione, precarietà, disturbi muscoloscheletrici e tanto altro ma, come noto a chi segue i miei articoli, non amo guardare questo lato della medaglia perché sono convinto che facendo crescere a dismisura i vantaggi sia possibile oscurare gli svantaggi o renderli quantomeno trascurabili. Purtroppo, ogni cambiamento lascia dietro alcune persone ma su questo dovranno essere altri servizi a metterci mano per aiutare, come è giusto che sia, coloro che non saranno in grado di stare al passo. Un beneficio immediato e tangibile è rappresentato dalla possibilità di far eseguire alle macchine attività ad alto rischio come ad esempio i lavori in atmosfere a rischio esplosione o in ambienti confinati o per attività con una forte ripetitività ad alto rischio per l’essere umano. Nel cantiere del sogno tutte le macchine seguivano scrupolosamente quanto era stato impartito loro e non sussisteva alcun rischio di comportamento abnorme. L’autonomia dei robot unitamente alla collaborazione con gli uomini daranno forme inedite agli standard tecnici che dovranno proteggere tutti i dipendenti dai rischi che potrebbero derivare dalla presenza di questi signori di latta accanto a loro. Come afferma un recente rapporto dell’Organizzazione Olandese per la Ricerca Scientifica applicata, vi sono tre tipologie di rischi per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nelle interazioni uomo-robot, quali:

  • Collisione: l’apprendimento di cui parlavamo potrebbe portare i robot a comportamenti imprevedibili (sic!)
  • Sicurezza: i sistemi avranno dei software integrati e una connessione alla rete. Cosa accadrebbe nel momento in cui dovessero essere violati e controllati da un malintenzionato?
  • Ambiente: il robot sarà programmato per rispettare l’ecosistema?
  • Rincorsa: il robot si adeguerà al ritmo umano o viceversa?
  • Privacy: un robot può condividere i dati che acquisisce? Con chi?

Non mancano poi altre perplessità di carattere normativo, che riguardano la responsabilità nel caso di inesattezze, guasti, errori, soprattutto per quanto concerne poi l’identificazione del responsabile ed il risarcimento dell’eventuale parte offesa.

L’uomo però è essenzialmente una creatura che tende ad amare ed affezionarsi a qualunque cosa e, sono certo, farà lo stesso anche con i sistemi in via di sviluppo. In Io,Robot, film bellissimo, il cui titolo condensa l’ Io insito dentro al robot, accade che, nel corso di un colloquio con Sonny, un automa, l’agente Spooner, diffidente al massimo, commette un errore che apre una finestra verso il nostro possibile passaggio dalla diffidenza al rispetto:

1) Ingegnere - Esperto in sicurezza sul lavoro

BIBLIOGRAFIA

  • European Commission, Robots and the Machinery (& Medical Devices) Directives: Traditional, Autonomous and Collaborative Robots, 2019
  • International Federation of Robotic, Executive Summary World Robotics 2018 Industrial Robots, IFR 2017
  • European Agency for Safety and Health at Work, il futuro del lavoro: la robotica:2019

RIFERIMENTI

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