Didattica e Tecnologie

L’esplorazione dell’intelligenza artificiale nella scuola di base: evidenze e prospettive di un recente studio dell’Università della Finlandia Orientale.

di Mario Catalano*

Abstract: è fondamentale che gli studenti di oggi, sin dagli anni della scuola di base, comprendano la logica e il ruolo sociale dei modelli di intelligenza artificiale, che stanno rapidamente trasformando il mondo in cui viviamo e prefigurando grandi opportunità per il futuro, esigendo, tuttavia, una grande attenzione alle possibili ricadute negative in ambito etico. Questo articolo intende dare un contributo in tale direzione, illustrando le linee essenziali di una recente ricerca pubblicata dalla rivista scientifica “International Journal of Child-Computer Interaction” e realizzata da un team multidisciplinare di studiosi dell’Università della Finlandia Orientale. Questi ricercatori hanno voluto esplorare, tramite analisi qualitative, le potenzialità di contesti di apprendimento in cui studenti di 12 e 13 anni siano chiamati ad immaginare problemi della vita quotidiana da risolvere con applicazioni di intelligenza artificiale, nonché progettare e realizzare i relativi modelli di machine learning con la guida dei docenti e di esperti di computer science.

* Ricercatore, Docente, Editore Scientifico.

"InnovaMenti" Progetto Piano Nazionale Scuola Digitale - Equipe Formative Territoriali

Al via Il progetto "InnovaMenti" iniziativa nazionale del Ministero dell’Istruzione realizzata dalle Équipe Formative Territoriali, istituite per sostenere la realizzazione del Piano Nazionale Scuola Digitale, accompagnare la formazione dei docenti, nonché supportare il potenziamento delle competenze degli studenti, diffondendo metodologie didattiche innovative e sostenibili. Saranno proposte le 5 sfide didattiche ispirate a 5 metodologie e declinate secondo tutti gli ordini di scuola; 5 sono anche gli hashtag utili a condividere le esperienze sui social, Twitter e Instagram, per entrare in contatto con la creativa comunità scolastica di InnovaMenti, secondo un calendario articolato lungo l’intero anno scolastico.

Lo studio del Machine Learning nella Scuola di base in un’ottica interdisciplinare: un esempio di unità di apprendimento.

di Mario Catalano

Ricercatore, Docente, Editore Scientifico.

Abstract: è fondamentale che gli studenti di oggi, sin dagli anni della scuola primaria, comprendano come la tecnologia digitale sia uno strumento potente per l’espressione di sé e della propria creatività (fonte di nuovi “alfabeti”), ma anche per comprendere e migliorare la complessa realtà in cui viviamo. Inoltre, è ormai ineludibile farli ragionare, specialmente attraverso esperienze laboratoriali, sulla logica e sul ruolo sociale dei modelli d’intelligenza artificiale. Questo articolo intende dare un contributo in tale direzione, illustrando un esempio di unità di apprendimento per la scuola di base, in cui in cui gli allievi sono guidati dal docente nello sviluppo di un modello di machine learning per la classificazione di testi scritti, nell’ambito di un percorso di riflessione più ampio sul bullismo e sul cyber-bullismo.

Allarme UNESCO sull’accesso alla didattica on line by La Rivista Ictedmagazine

La crisi pandemica in corso ha delineato un nuovo scenario nel settore della formazione, obbligando a prendere seriamente in considerazione, come si è già visto anche in altre occasioni, l’opzione della didattica a distanza. Si tratta di un’opportunità dietro la quale però si nascondono anche insidie di non poco conto, ora che sembra ci si stia muovendo verso una cauta ripartenza. La principale sarebbe quella rappresentata dalle nuove asimmetrie e disuguaglianze emergenti rispetto l’opportunità di formarsi e di poter beneficiare dei vantaggi che, teoricamente, Internet rende possibili in tutto il mondo.

L’apprendimento nell’era del mobile

Abstract

I confini dell’ambiente di apprendimento con il mobile-learning vengono abbattuti in quanto l’apprendimento stesso non è vincolato ad una situazione o ad un luogo specifico, così la nozione di contesto di apprendimento si trasforma e assume un significato nuovo, più esteso, per comprendere la mobilità in spazi fisici, nello spazio concettuale dell’individuo, nonché nello spazio sociale. Ed ancora di più il contesto di apprendimento diviene esteso nel tempo, come un processo cumulativo che comprende relazioni e rinforzi tra una varietà di esperienze di apprendimento (Riva, 2008).

Scratch per una didattica interattiva, inclusiva e stimolante

di Biancamaria Pace

Abstract

Nella nuova era digitale in cui viviamo, l’educazione assume un ruolo ancora più importante e incisivo per la vita dei giovani. La scuola, in modo particolare, ha il compito di insegnare stando al passo con i tempi e la tecnologia, per questo è importante un’adeguata formazione degli insegnanti e, soprattutto, è importante includere nella didattica la tecnologia con cui gli alunni vengono in contatto già in tenerissima età. Educare ad un corretto utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione e dei dispositivi sempre più ‘smart’ è fondamentale affinché non si diventi schiavi della tecnologia, ma si ci serva di essa nel modo appropriato. All’interno delle didattica, quindi, si possono e si devono includere software come Scracth, che permettono una maggiore interazione degli alunni e suscitano in loro un genuino interesse per l’apprendimento.

No test but task

Il docente, nell’ambito della sua azione didattica, istituzionalizzata sul piano autoritativo e certificativo, deve fare i conti con la valutazione, parte integrante dell’azione didattica nonché regolatrice delle scelte funzionali al miglioramento dei processi di crescita dell’apprendente.

 L’ingresso del registro elettronico ha già inferto un colpo di maglio alle modalità di registrazione ed emissione delle schede di valutazione more amanuensis, prima scritte a mano. Le prove standardizzate sulla misurazione dei risultati degli apprendimenti contemplate dal sistema nazionale di valutazione e curate dall’INVALSI si sono in buona parte convertite al CBT (Computer based tested), somministrandosi con l’uso del computer. E la valutazione a cura del singolo docente, legata all’ordinaria prassi didattica?

Digital storytelling: una risorsa nella didattica

Digital Storytelling applicato alla didattica? Un deciso sì è la risposta giusta a questo interrogativo, che non può prescindere dall’attenta descrizione di cosa sia questa modalità di narrazione realizzata con strumenti digitali (app, webware). Una vera e propria organizzazione di contenuti selezionati dal web in un sistema coerente, retto da una struttura narrativa, in modo da ottenere un racconto costituito da elementi di vario formato (video, audio, immagini, testi, mappe, ecc.). Caratteristiche di questa tipologia comunicativa sono il fascino derivante dal carattere fabulatorio che possiedono le storie e la ricchezza di stimoli e significati dall’alta densità informativa e per l’insieme di codici, formati, eventi, personaggi, informazioni, che interagiscono tra loro attraverso molteplici percorsi e diverse relazioni analogiche.

Insegnare al tempo dei “nativi digitali” (seconda parte)

Si prosegue con le riflessioni sulle altre 5 delle 10 tesi di Rivoltella e, quanto affermato nella prima parte dell’articolo nel numero 3 della rivista, la scuola ha il fondamentale dovere di riflettere ampiamente come luogo di crescita e di costruzione della conoscenza anche con il supporto e l’utilizzo dei New Media. In questa nuova visione di una scuola viva e “costruttivista” bisogna e si deve pensare all’allievo come un soggetto attivo e competente che decostruisce e ricostruisce significati, risolve problemi, sviluppa capacità di produrre creativamente messaggi alternativi attraverso le attività svolte a scuola, le quali possono anche proseguire spontaneamente in altri contesti di vita del ragazzo[1] e quindi un apprendimento continuo e duraturo che conduca l’alunno alla capacità di gestire conoscenze e tecniche, saper integrare le conoscenze e metterle in opera, saper mobilitare le proprie risorse facendo uso di regolazioni meta-cognitive e orchestrando una serie di operazioni mentali complesse.

Evidence based per l’accessibilità, l’epartecipation e l’inclusione

di Rosa Suppa

La società dell’informazione, orientata alla diffusione e alla crescita di prodotti e servizi digitali e interattivi, grazie ai progressi ottenuti nel settore informatico, delle telecomunicazioni e delle tecnologie multimediali, ha completamente rivoluzionato lo stare al mondo di ciascun essere umano.

Le Information and Communication Technologies hanno inoltre “colonizzato” i contesti apprenditivi tradizionali e non, penetrando nelle maglie dell’attuale sistema formativo e generando talvolta aspettative eccessive. L’utilizzo delle tecnologie, infatti, non genera automaticamente apprendimento, esse vanno inserite strutturalmente all’interno di modelli “tecnologici dell’educazione” che prevedono da un lato un’integrazione di scelte pedagogiche didattiche e dall’altro una interazione dinamica fra struttura dei contenuti (cosa imparare), architettura cognitiva umana (come si impara) e ambiente di apprendimento (dove si impara).

Insegnare al tempo dei “nativi digitali”

La nostra è l’epoca della trasformazione tecnologica più rapida rispetto a quella di Gutenberg, almeno nel campo delle informazioni e della comunicazione; oggi praticamente ogni aspetto della vita è condizionato dalle nuove tecnologie. Questa era digitale ha radicalmente trasformato la maniera in cui le persone vivono la propria vita e si pongono in relazione tra loro e con il mondo che li circonda. Gli educatori, i genitori e gli adulti in genere devono attrezzarsi per comprendere ed interagire con i nostri giovani e ricercare ‘la strada giusta’ per improntare un dialogo formativo. L’emergere di nuove forme di alfabetismo che i New Media hanno proposto conduce alla convinzione che occorre costruire un nuovo sistema di apprendimento su nuovi stili cognitivi per attivare a scuola una didattica efficace e formativa dei nostri nativi digitali: Didattica 2.0.

La comunicazione nella didattica è da ripensare?

Ricordo ancora una riunione del dipartimento di antichistica, diversi anni fa nel mio Liceo, si discuteva di problemi inerenti alla didattica delle discipline classiche, io proposi in quell’occasione il tema dell’uso da parte dei ragazzi degli smartphone a casa ed a scuola. Ero sul punto di spiegare il motivo della mia proposta ma fui subito interrotta in modo perentorio: un docente bravo ed autorevole sa imporre la sua volontà, dunque il problema è solo soggettivo e facilmente risolvibile. Così mi fu detto e la discussione scivolò su altre questioni di routine scolastica.

RIFERIMENTI

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Luigi A. Macrì