Editoriali

Bullismo e Cyberbullismo due facce di uno stesso fenomeno.

Bullismo e Cyberbullismo due facce di uno stesso fenomeno.

Negli ultimi tempi, bullismo e cyberbullismo, sono gli argomenti di attualità più ricorrenti nelle cronache italiane.

Sono fenomeni dilaganti soprattutto nelle scuole, le quali sempre più spesso, diventano scenario di atti di pura cattiveria che possono andare dalla violenza vera e propria a prevaricazioni di ogni tipo, nei confronti di chi è o viene percepito come più debole.

Il “copione” è quasi sempre lo stesso: alcuni ragazzi particolarmente aggressivi, prendono in giro e malmenano i loro coetanei più deboli, e riescono a coalizzarsi facendosi forza tra loro, sentendosi orgogliosi e spavaldi, accanendosi con coloro che prendono di mira, approfittando del fatto di essere in maggioranza.

La conseguenza di tutto questo è che il bullismo provoca, in chi subisce questi atti di violenza, delle ferite profondissime e laceranti, difficili da rimarginare e in alcuni casi determinando anche il suicidio di chi ne è vittima.

Il termine bullismo deriva dalla parola inglese Bullying (prepotenza) e viene definito, appunto, come un’oppressione psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo di persone più potente nei confronti di un’altra persona percepita come più debole.

Tale violenza può essere: diretta o indiretta. Si ha la prima quando vengono posti in essere comportamenti aggressivi e prepotenti visibili, e può essere sia fisica che verbale; si ha la seconda quando il comportamento bullizzante colpisce sul piano psicologico e spesso si concretizza nell’escludere la vittima da un gruppo o da un contesto.

Come se la realtà non bastasse, internet ha complicato ulteriormente le cose favorendo la nascita del cyberbullismo, o bullismo online, fenomeno che si verifica quando le vessazioni verso la vittima di turno sono perpetrate mediante la rete e i social network.

Il termine indica l’atto di bullismo compiuto da un soggetto (cyberbullo) che, prevalentemente attraverso i social network, offende la vittima mediante la diffusione di materiale denigratorio (testi, foto e immagini) o la creazione di gruppi «contro». Si tratta di un uso inappropriato della rete, realizzato fuori dal controllo degli adulti, con cui i ragazzi si scambiano contenuti violenti, denigratori, discriminatori, rivolti a coetanei considerati «diversi» per aspetto fisico, abbigliamento, orientamento sessuale, classe sociale o perchè stranieri.

Bullismo e cyber bullismo rappresentano due facce della stessa medaglia che hanno in comune: i soggetti responsabili, ovvero il bullo dominante, ossia colui che prende l’iniziativa; gli aiutanti e sostenitori del bullo, coloro che partecipano all’azione o la rinforzano ridendo e incitando; la vittima che subisce l’aggressione; e la maggioranza silenziosa, ovvero gli spettatori passivi.

In comune anche la struttura: ossia l’intenzionalita’, nel senso che l’agito è compiuto intenzionalmente; la sistematicita’, ovvero non basta un’unica azione o episodio transitorio ma le azioni aggressive perdurano nel tempo con una intensità tale da ledere l’autostima della vittima; l’asimmetria di potere, la vittima non deve essere in grado né di difendersi né di reagire.

Ma ciò che rende il cyber bullismo ancora più pericoloso del bullismo stesso è la sua dimensione on line, la sua location virtuale che non permette alla vittima di poter in alcun modo trovare una via di scampo.

Mentre, infatti, nella realtà quotidiana la vittima di bullismo potrebbe risolvere il problema cambiando classe, sezione, scuola o addirittura città, la vittima di cyber bullismo ovunque andrà sarà seguito e perseguitato dal suo carnefice in  quanto  la dimensione virtuale sarà la sua ombra.

Il cyberbullismo è un fenomeno più allarmante in quanto i ragazzi possono nascondere la loro identità, il loro volto, il loro nome, dietro lo schermo di un pc, ma arrecare comunque un forte danno alle vittime.

Ciò non vuol significare che internet e i social network o le chat comuni sono strumenti condannabili, ma che è importantissimo saperli utilizzare correttamente nel rispetto del buon senso e della dignità altrui.

Ad oggi non esiste un reato di bullismo o di cyber bullismo, quindi bisognerà di volta in volta riferirsi alle singole eventuali fattispecie di reato o alle ipotesi risarcitorie di responsabilità civile.

È tuttavia in discussione alla Camera un Disegno di Legge contro il cyber bullismo che dovrebbe apportare una tutela più energica al fenomeno ed un rafforzamento della prevenzione, specie scolastica che, ad oggi, appare l’unica concreta arma di difesa contro tali gravi pericoli.

 

Avv. Claudia Ambrosio

Criminologa

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