Dalle Scuole

DIGITALIZZANDO IN PROGRESS

L’innovazione richiede un mentalità che rifiuta la paura del fallimento

la sostituisce con la gioia di esplorare e di apprendere sperimentando

(Eduard D.Hess)

Sono animatrice digitale in un Liceo delle Scienze Umane di Firenze. Due anni fa, proposi al Dirigente di sperimentare una classe 3.0.

Il liceo possedeva un’ottima dotazione informatica che comprendeva una LIM per ogni classe e due aule di informatica con circa 25 postazioni ciascuna cui però faceva riscontro una generalizzata bassa competenza digitale nei docenti.

Trattandosi di un liceo molto tradizionalista le difficoltà hanno riguardato immediatamente la criticità nel convincere DS e coinvolgere i docenti.

Poi un’idea che potesse gestire la novità del cambiamento i maniera indolore: L’Istituto è sede di corsi ECDL tenuti da un’agenzia di formazione esterna e proprio questa ha fornito l’occasione per la sperimentazione.

L’agenzia si è impegnata a fornire i tablet agli alunni insieme all’acquisto dei libri e all’offerta di un percorso formativo per alunni, genitori e docenti. Il DS in tal modo si è sentito più sicuro poiché conosceva da anni l’agenzia formativa mentre io ero appena arrivata nell’Istituto per effetto di trasferimento.

Già verso la prima metà dell’anno scolastico sono state rilevate alcune criticità: i tablet forniti erano di bassa qualità, così come i corsi di formazione offerti dall’agenzia ad alunni ed insegnanti inoltre, la linea internet non supportava la connessione dei ragazzi a internet durante le attività didattiche. Questo ha comportato da parte mia e del DS un continuo lavoro di mediazione con i genitori.

Le criticità emerse ci hanno portato a modificare il progetto per l’anno scolastico in corso, anche perché la richiesta di iscrizione alla classe 3.0 è stata molto elevata. Abbiamo deciso di far acquistare personalmente i tablet agli studenti e di portarli a scuola provvisti di connessione internet autonoma.

Il fatto di non coinvolgere la scuola in problematiche tra utenti e terzi, fornitori dei tablet, ha decisamente migliorato la relazione ma sono emersi altri problemi.

I docenti che hanno continuato a formarsi per poter condurre efficacemente l’insegnamento in una classe 3.0 si sono ridotti, non solo: è stato possibile fare una sola sezione (avevamo ben 60 richieste per la classe 3.0 nell’anno in corso). La criticità emersa riguarda il supporto e l’accompagnamento ad una nuova idea di funzione docente ed a un nuovo modo di intendere la didattica unito ad una visione della professione docente più simile a quella del ricercatore, piuttosto che del “trasmettitore di informazioni” per cui da questo anno terrò corsi di formazione sul digitale e sul suo utilizzo nella pratica didattica, ai quali già diversi docenti hanno mostrato interesse.

In progress stiamo valutando ciò: non è semplice cambiare, idee radicate su un solo modello di insegnamento sono dure da demolire, non bastano le indicazioni ministeriali, né la formazione, né i dati statistici sul miglioramento degli apprendimenti e la diminuzione della dispersione scolastica ed intellettuale, quando si utilizzano metodologie didattiche alternative alla lezione frontale occorre la motivazione profonda al cambiamento che implica il sapersi mettere in gioco e l’essere in grado ad un livello più profondo di abbandonare le certezze e scoprire strade e luoghi differenti.

Occorre che ognuno si confronti con l’idea stessa del cambiamento, con la paura dell’ignoto, con la propria fiducia/sfiducia di riuscire e che infine le scuole siano fornite di dirigenze visionarie e di collaboratori in grado di disseminare il contagio nonché l’analisi statistica (prove Invalsi), sui miglioramenti degli apprendimenti, il tutto supportato da una formazione docenti continua, strutturale e ben organizzata in grado di fornire forti basi teoriche al cambiamento.

 

Prof.ssa Rossella Bonistalli

Docente di Scienze umane e filosofia

IIS Galilei - Via di Scandicci 151 Firenze

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