Evidence based per l’accessibilità, l’epartecipation e l’inclusione

Evidence based per l’accessibilità, l’epartecipation e l’inclusione

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di Rosa Suppa

La società dell’informazione, orientata alla diffusione e alla crescita di prodotti e servizi digitali e interattivi, grazie ai progressi ottenuti nel settore informatico, delle telecomunicazioni e delle tecnologie multimediali, ha completamente rivoluzionato lo stare al mondo di ciascun essere umano.

Le Information and Communication Technologies hanno inoltre “colonizzato” i contesti apprenditivi tradizionali e non, penetrando nelle maglie dell’attuale sistema formativo e generando talvolta aspettative eccessive. L’utilizzo delle tecnologie, infatti, non genera automaticamente apprendimento, esse vanno inserite strutturalmente all’interno di modelli “tecnologici dell’educazione” che prevedono da un lato un’integrazione di scelte pedagogiche didattiche e dall’altro una interazione dinamica fra struttura dei contenuti (cosa imparare), architettura cognitiva umana (come si impara) e ambiente di apprendimento (dove si impara).

Gli studi sul carico cognitivo (Cognitive Load Theory, CLT)[1] hanno dimostrato infatti, che le differenze nei livelli di apprendimento con o senza tecnologie sono determinate dalle metodologie d’uso e dalla qualità delle interazioni che si instaurano all’interno dei microsistemi formativi. Livingstone (2002) afferma che “in quanto fenomeni socialmente significativi, le I.C.T. non sono realtà complete e precedenti ai loro usi; al contrario, il loro significato dipende dalla complessità dei contesti e delle pratiche in cui si trovano.”2

Il carattere reticolare della conoscenza si colloca pertanto in un insieme di relazioni e collegamenti in cui la tecnologia diviene parte integrante del sistema di cognizioni e dove le tecnologie digitali sono considerate simultaneamente sia mezzi di fruizione che di produzione delle informazioni (Wästlund, Norlander & Archer, 2008)3.

Nel campo della didattica speciale e della disabilità le Information and Communication Technologies  si collocano come strumenti prioritari per garantire nella maggioranza dei casi l’accesso alla conoscenza, l’autonomia e la partecipazione sociale contribuendo all’implementazione della qualità di vita di tutti e di ciascuno.

L’Europa per eparticipation

L’Unione Europea ha, da sempre, evidenziato insieme ai vantaggi di una società basata sulle tecnologie dell’informazione, le barriere che lo sviluppo informatico e di Internet possono creare per la crescita democratica dell’intera popolazione e, in particolare, di alcuni gruppi con specifiche esigenze.

Tra le sfide sociali, risulta prioritario l’obiettivo di integrare le persone a rischio di esclusione indirizzando i processi politici verso l’elaborazione di strategie sempre più rispondenti alle richieste della esociety. L’accessibilità di strumenti e servizi e la necessità di un’eguaglianza di diritti per le persone disabili è da tempo oggetto dell’attenzione delle Nazioni Unite e di altre Organizzazioni Internazionali. Nel 1993 L’Assemblea delle Nazioni Unite, promulgava la Risoluzione n. 48/96 “Regole Standard per le uguali opportunità per persone disabili”4 che invitava gli Stati a “riconoscere la prominente importanza dell’accessibilità nel processo di creazione di uguali opportunità in tutti i campi della vita sociale.  Per le persone disabili gli Stati avrebbero dovuto attivare sia programmi per rendere accessibile l’ambiente fisico sia prendere le misure necessarie per fornire l’accesso alle informazioni e al mondo della comunicazione.

La Direttiva del Consiglio Europeo del 27 novembre 2000, n. 200/78/EC5  “Quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro” in conformità all'articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea che stabiliva i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, riconosceva, dopo qualche anno “… l'importanza di combattere qualsiasi forma di discriminazione, compresa la necessità di intraprendere azioni appropriate per l'integrazione sociale ed economica dei disabili e di trovare soluzioni ragionevoli per  la formazione e l'apprendimento permanente”. La Comunicazione del 12 maggio 2000, n. 2846  - “Verso un’Europa senza ostacoli per i disabili”, ribadendo il diritto dei disabili di accedere equamente a tutti gli ambiti sociali e alle “… attività comunitarie riguardanti l'occupazione, l'istruzione e la formazione professionale, i trasporti e la società dell’informazione” sottolineava l’inaccessibilità di molti ambienti scolastici, l’inadeguatezza del sistema e dei suoi sussidi rispetto ad esigenze didattiche speciali, ma anche l’impegno ad elaborare e sostenere una strategia globale per abbattere gli ostacoli a livello sociale, architetturale e concettuale che impediscono la piena partecipazione alle attività economiche e sociali di tutti e di ciascuno cittadino.

Il Piano  d’azione Europeo “IS-EEUROPE 2002 - eEurope 2002 - Una società dell'informazione per tutti”7 , lanciato in occasione del Consiglio Europeo straordinario di Lisbona del 23-24 marzo 2000, prevedeva tra le azioni prioritarie la “eparticipation” ossia l’impegno della Società dell’Informazione a considerare e soddisfare alcune necessità dei soggetti disabili attraverso: - la valutazione delle esigenze relative all’approvvigionamento di prodotti e servizi di comunicazione e informazione; - il riesame della legislazione sulla Società dell’Informazione e le norme in materia di accessibilità; - la creazione di poli di eccellenza in ciascuno Stato membro, per sviluppare un corso di studi europeo di “progettazione per tutti”. Un’altra tappa fondamentale nella definizione della “e-partecipazione” è stata fornita dal Consiglio di Lussemburgo dell’8 ottobre 20018, che invitava gli Stati membri a sfruttare il potenziale della società basata sulle tecnologie dell’informazione a favore delle persone svantaggiate, agevolando contenuti e servizi appropriati on-line, accessibili per gli utenti, compresi i disabili e le persone con esigenze specifiche. Nel dicembre del 2002, il Consiglio dell’Unione Europea ha pubblicato la Risoluzione “eAccessibility for people with disabilities”9, che, partendo dai principali documenti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione europea, invitava gli Stati membri e la Commissione stessa a continuare nella azione volta all’abbattimento delle barriere d’accesso alla società basata sulle tecnologie dell’informazione per le categorie deboli. La risoluzione raccomandava inoltre: “la promozione di campagne di informazione, di programmi e progetti tecnologici; l’adozione delle linee guida WAI, soprattutto nei siti web della pubblica amministrazione.” Il Consiglio proponeva anche alcune misure interessanti, come quella di attribuire un contrassegno di “eAccessibility” a quei prodotti e a quei servizi che rispettavano gli standard di accessibilità. Il 12 febbraio 2003, all’interno del Comitato Comunicazioni, venne inoltre istituito un Gruppo di lavoro sulla disabilità per coadiuvare la Commissione nell’implementazione del nuovo quadro regolatorio per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica10.

Il Gruppo di lavoro attivo per tutto il 2003, Anno europeo dei disabili, avviò un’opera di sensibilizzazione rispetto alle difficoltà incontrate dai disabili nell’accesso ai servizi, allo scambio di informazioni e buone prassi tra gli Stati membri e di incoraggiare le aziende […] a produrre soluzioni volte a facilitare l’accesso degli utenti disabili ai servizi di comunicazione elettronica. La Decisione del Parlamento Europeo n. 1982/2006/EC11 e del Consiglio del 18 Dicembre 2006 relativa al Settimo Programma Quadro della Comunità Europea per la ricerca, e lo sviluppo tecnologico in accordo con l’Information Society Technologies prevedeva la pianificazione di buone prassi per gli anni 2007-2013.  Il Programma oltre ad evidenziare l’impatto che le I.C.T. avevano nel settore della produttività e della innovazione, nella modernizzazione dei servizi pubblici (sanità, istruzione) nei progressi nella scienza e nella tecnologia, ne sottolinea la finalità chiave: favorire la cooperazione, l’integrazione e l’accesso alle informazioni.

L’obiettivo della ricerca sulle I.C.T., nell’ambito del Settimo Programma Quadro è stato quello di rafforzare le conoscenze scientifiche e tecnologiche dell’Europa aumentando i benefici per tutti. Il programma, diviso in sette sfide indicava puntualmente cambiamenti da apportare in vari settori:

  1. Nei servizi e nelle infrastrutture (potenziamento dei servizi di rete, aumento della flessibilità e della sicurezza, valorizzazione delle applicazioni multimediali e degli ambienti virtuali in 3D, riduzione dei limiti strutturali);
  2. Nella robotica (costruzione di strumenti tecnologici con intelligenza artificiale al servizio di persone anche affette da disabilità);
  3. Nei sistemi ingegneristici (progettazione di sistemi di nano-elettronica, laser, sensori di immagine, software per l’acquisizione di dati in tempo reale in una costante interazione con l’ambiente fisico);
  4. Nelle biblioteche digitali (archiviazione, personalizzazione e utilizzazione di contenuti culturali e scientifici in formato digitale per tutti attraverso azioni interattive, creative, individuali e di gruppo);
  5. Nelle cure sanitarie sostenibili (potenziamento di Personal Health Systems e di tutti gli strumenti tecnologici utili al monitoraggio e alla valutazione delle condizioni di salute in tempo reale)12;
  6. Nella mobilità, nella sostenibilità ambientale (costruzione di sistemi tecnologici per la ricerca di soluzioni di movimento sicure e flessibili);
  7. Nella vita indipendente, nell’inclusione (aumento delle occasioni di partecipazione alla social community e di utilizzo delle TIC da parte di disabili ed anziani).

 La settima sfida, presentata dal Programma Quadro, impegnava gli stati membri entro il 2013 a “… aumentare l'efficienza dell’assistenza sociale e dei servizi sanitari… a migliorare radicalmente l'accessibilità e la fruibilità del futuro sistema di soluzioni I.C.T. per le persone con diversa abilità fisica e mentale, limitazioni funzionali o privi di competenze digitali” attraverso il potenziamento delle tecnologie emergenti e dei sistemi che sfruttano l’interazione uomo-macchina o cervello-neurocomputer.

L’Italia, eparticipation e tecnologie assistive

I principali documenti legislativi europei relativi all’inclusione e all’integrazione dei disabili attraverso le tecnologie informatiche e della comunicazione hanno determinato anche in Italia, nell’ultimo ventennio, la diffusione di iniziative normative e progettuali per agevolare il processo di crescita della società dell’informazione e la partecipazione sociale dei disabili attraverso le I.C.T. La Circolare Ministeriale 6 settembre 2001, n. AIPA/CR/3213 – “Criteri e strumenti per migliorare l'accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche a persone disabili” che nasce nell’ambito del gruppo di lavoro dell’AIPA “Accessibilità e tecnologie informatiche nella Pubblica Amministrazione”, sottolineava la necessità di migliorare l’accesso ai siti web per consentire a chiunque l’uso delle applicazioni informatiche, l’acquisizione dei contenuti e l’interazione in rete. 

La circolare oltre a chiarire i concetti di disabilità e accessibilità, introduceva quello di “tecnologie assistive” o “ausili”, indicando con queste espressioni “… le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono di superare o ridurre le condizioni di svantaggio dovute ad una specifica disabilità”. Il grado più elevato di accessibilità, chiarisce la circolare, “si consegue attuando il principio della “progettazione universale”, secondo il quale ogni attività di progettazione deve tenere conto della varietà di esigenze di tutti i potenziali utilizzatori.” Questo principio, applicato ai sistemi informatici, si traduce nella progettazione di sistemi, prodotti e servizi fruibili da ogni utente, direttamente o in combinazione con tecnologie assistive. Parallelamente alla diffusione delle linee guida sull’accessibilità, nasce in Italia, anche se in forma sperimentale, l’Osservatorio Tecnologico, un servizio nazionale di tipo telematico tutt’oggi attivo finalizzato alla realizzazione di un collegamento stabile tra il mondo accademico, della ricerca, delle imprese e della scuola. Finanziato dal Servizio Automazione Informatica e Innovazione Tecnologica-MIUR, l’O.T. produce e diffonde in rete approfondimenti, recensioni, linee guida e novità sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione mediante la cooperazione a distanza tra un gruppo di ricercatori, professionisti ed insegnanti impegnati nell'I.C.T., dislocati sul territorio nazionale. Nell’anno 2003, il “Libro Bianco per le tecnologie accessibili. Tecnologie per la disabilità per una società senza esclusi”14 rappresentò sicuramente uno dei documenti più importanti in materia di accessibilità. Frutto del lavoro della Commissione Interministeriale sullo sviluppo e l’impiego delle tecnologie dell’informazione per le categorie deboli, costituita nel maggio 2002 dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie di concerto con il Ministro della Salute ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il testo aveva l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale attraverso le I.C.T., delineare la complessità dei problemi relativi all’accesso alle tecnologie dell’informazione in relazione alle diverse tipologie di handicap, fornire un quadro statistico del fenomeno della disabilità e dello sviluppo tecnologico in Italia ed informare la comunità sociale circa le azioni ministeriali future e in itinere relative alla costituzione di progetti di sviluppo delle tecnologie per disabili.

 La Legge 9 gennaio 2004, n. 415 - Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici comunemente denominata Legge Stanca dal nome del Ministro dell'Innovazione Tecnologica e Scientifica che l'ha elaborata, promuoveva la completa accessibilità dei siti web pubblici e privati alle persone con disabilità sottolineando la necessità di una progettazione conforme alle linee guida definite a livello internazionale nell’ambito dell'iniziativa europea WAI-Web Accessibility Initiative. L’obiettivo era favorire l’accesso dei disabili agli strumenti informatici in ogni contesto sociale evitando che le nuove tecnologie potessero determinare forme di emarginazione forse ancora più pericolose di quelle tradizionali.  Il disegno di legge, infatti, evidenziava l’impegno della pubblica Amministrazione di disporre la diffusione della strumentazione hardware e software adeguata alla specifica disabilità per consentire al lavoratore disabile lo svolgimento della propria attività lavorativa, e prevedeva anche attività di formazione dei pubblici dipendenti sulle potenzialità offerte dalle I.C.T. ai disabili. Il documento normativo rimarcava, inoltre, la necessità di rendere accessibili i sussidi didattici delle scuole di ogni ordine e grado e sottolineava la necessità di stipulare accordi tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e le associazioni di editori per la fornitura di libri alle biblioteche scolastiche e di copie su supporto digitale accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti specializzati. Conseguentemente all’attuazione della legge 9 gennaio 2004, n. 4 il Decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 2005, n. 7516 oltre alla definizione di accessibilità e di tecnologie assistive, inseriva i nuovi concetti di fruibilità, compatibilità, valutazione e verifica per rimarcare l’importanza di un regolare processo di analisi delle caratteristiche degli strumenti informatici da destinare agli utenti con o senza disabilità.  Il percorso di valutazione “con il quale si riscontrava la rispondenza dei servizi ai requisiti di accessibilità” necessitava di figure professionali esperte, imparziali e indipendenti dall’oggetto o dalla procedura di valutazione capaci di attribuire, al termine della propria indagine valutativa, un “Logo di accessibilità” con caratteristiche diverse a seconda degli esiti dell’indagine. Il documento normativo, a tal proposito chiariva le caratteristiche del Logo attestante il possesso del requisito di accessibilità ulteriormente ampliate nel successivo Decreto Ministeriale 8 luglio 2005 – “Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti informatici”17.

Il documento inseriva, rispetto alla precedente pubblicazione ministeriale, nuove definizioni e ambiti di applicazione finalizzati a fornire una panoramica più dettagliata circa gli strumenti e le parole chiave nei quali, sempre con maggior frequenza, si imbattano gli utenti impegnati nella navigazione e nell’uso delle tecnologie informatiche.

Accessibilità e tecnologie assistive

La capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e informazioni fruibili anche per coloro che, a causa di disabilità, necessitano di tecnologie assistive e di configurazioni particolari, è definita dunque «accessibilità». Occorre ricordare che i requisiti tecnici per l’accessibilità degli applicativi sono stati puntualmente indicati nel Decreto Ministeriale M.I.T. 8 luglio 200518.

Si aggiunga che la personalizzazione della didattica19, diretta conseguenza della strategia inclusiva della scuola, richiede sia l’utilizzo flessibile degli strumenti dell’informazione e comunicazione, sia l’adattabilità di essi alle particolari esigenze del singolo soggetto in formazione.

 

Un’ ampia gamma di tecnologie assistive (strumenti e dispositivi) presenti sul mercato sono ricercabili nei cataloghi dedicati20.

Rosa Suppa

Docente di Filosofia e Scienze umane

Utilizzata presso USR per la Calabria

Settore Politiche Giovanili

1 Landriscina F. (2007), Carico cognitivo e impiego della tecnologia per apprendere, in: Calvani A., (a cura di), Tecnologia, scuola, processi cognitivi. Per una eco­logia dell’apprendere, 55-78, Milano, FrancoAngeli.

2 Livingstone, S. (2002). Young People and New Media. London, UK, and Thousand Oaks, CA: Sage Publications. p.15

3 Wästlund, E., Norlander, T., & Archer, T. (2008). The effect of page layout on mental workload: a dual-task experiment. Computers in Human Behavior, 24(3), 1229–1245.

4 https://www.unric.org/en/databases

5 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TX­T/?uri=celex%3A32000L0078

6 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PD­F/?uri=CELEX:52000DC0284&from=LVN

7 https://cordis.europa.eu/programme/rcn/801_it.html

8 Consiglio dell’8 ottobre 2001 a Lussemburgo “e-Partecipazione” – Sfruttare le possibilità offerte dalla Società dell’Informazione ai fini dell’inclusione sociale”, (GU 2001/C 292/02).

http://europa.eu.int/eur-lex/pri/it/oj/dat/2001/c_292/ c_29220011018it00060008.pdf

9 http://europa.eu.int/comm/employment_social/knowl­edge_society/res_eacc_en.pdf<7a/>

10 http://europa.eu.int/information_society/newsroom/ news/disabled_users/index_en.htm

11 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TX­T/?uri=CELEX:32006D1982

12 I Personal Health Systems sono sistemi tecnologici in­dossabili dai pazienti in casa, nei luoghi di lavoro o in movimento collegati agli ospedali o centri di assistenza attraverso la telemedicina. I PHS forniscono non solo ai professionisti un monitoraggio continuo delle condizio­ni di salute ma offrono anche al paziente garanzie e si­curezze nello svolgimento di azioni quotidiane. Ogni sistema è realizzato mediante la combinazione di di­verse tecnologie quali: sensori biomedici; micro-e nano sistemi di comunicazioni mobili e senza fili; interfac­ce utente, software di elaborazione dei segnali.

13 http://www.handylex.org/stato/c060901.shtml

14 http://web.mclink.it/ML1741/biblioteca/documen­tazione/accessibilita_societa_informazione.htm

15 http://www.camera.it/parlam/leggi/04004l.htm

16 http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/ caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblica­zioneGazzetta=2005-05-03&atto.codiceRedazion­ale=005G0097&elenco30giorni=false

17 https://www.agid.gov.it/it/Decreto-Ministeri­ale-8-luglio-2005

18 https://www.agid.gov.it/it/DM-8-luglio-2005

19 LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170_Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.

http://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/det­taglio.jsp?service=1&datagu=2010-10-18&task=­dettaglio&numgu=244&redaz=010G0192&tm­stp=1288002517919

CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 Roma, 6 marzo 2013_http://www.edscuola.eu/wordpress/wp-con­tent/uploads/2013/03/cm008_13.pdf

20 https://www.mondoausili.it/img/cms/catalogo.pdf

https://www.carrozzine-disabili.com/news/tecnolo­gia-assistiva-dispositivi-prodotti-e-informazioni