LA SCUOLA NON SI FERMA AL TEMPO DEL CORONA VIRUS: DIDATTICA A DISTANZA UN LIMITE O UNA RISORSA? di G. Brutto

Generazioni a confronto Visite: 1475

In seguito al Covid 19 si è creato un particolare momento delicato nella storia della scuola italiana che ha richiesto un notevole sforzo e impegno da parte dell’intera comunità scolastica: bambini e bambine; genitori; ragazzi e ragazze e il personale ATA, DDSS.

Il Ministero dell’Istruzione (MIUR) con il “Manifesto della scuola che non si ferma”, espone i sei punti fondamentali che dovrebbero essere i principi della comunità educativa odierna: – Crescita, Comunità, Responsabilità, Sistema, Rete e Innovazione

La scuola è il luogo di crescita di ragazzi e adulti dove la fiducia e la corresponsabilità diventano fondamentali. Dalla comunità scolastica esprimere la propria vicinanza agli alunni e ai genitori è stato fondamentale. E’ stato necessario fare rete e condividere buone pratiche per costruire con tutti i docenti e i dirigenti nuovi spazi e ambienti di apprendimento, fisici e virtuali.

La didattica a distanza (DaD) ha rappresentato il fulcro delle modalità operative dei docenti dagli inizi di questa emergenza. Ma quale è stata la sua percezione tra genitori, docenti ed esperti? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Questo articolo cercherà di sintetizzare questi argomenti attraverso delle interviste cercando di far emergere i punti salienti di essi.

VOCE AI GENITORI SULLA DaD

Dalle interviste che sono state fatte ad alcuni docenti di differenti gradi è emerso ciò:

In particolare, i genitori non solo tendevano a mortificare il figlio per il mancato raggiungimento degli obiettivi proposti dall'insegnante o per il suggerimento delle giuste risposte, soprattutto nel i primi gradi della primaria; man mano negli ultimi gradi la loro presenza è diminuita. Nella quinta erano soli; ma a volte vi era il problema opposto: vi erano i “furbetti” che spegnevano la telecamera, o dicevano che avevano problemi di connessione e il microfono a funzionamento intermittente. 

 

Percezione della didattica a distanza (D.a.D.): psicologa e pedagogista

INTERVISTA

PSICOLOGA

Prof.ssa G. Filippello - UNIME

PEDAGOGISTA

Prof.ssa G. Bonanno

UNICT

Pensa che la didattica a distanza contribuisca all'apprendimento dei corsisti?

 

“La possibilità di registrare le video-lezioni, consente di ascoltarle più volte, in relazione alle necessità”.

 

“Sicuramente è una soluzione al “Non far nulla”. La DaD contribuisce all’apprendimento in maniera proporzionale all’età dei corsisti. Quanto più grandi sono i discenti, maggiore può essere la possibilità di centrare l’obiettivo.

 

A Suo avviso, quali aspetti della didattica a distanza possono essere preziosi per un docente?

 

La didattica a distanza, poiché prevede l'utilizzo di strumenti informatici, potrebbe, inizialmente, motivare maggiormente gli studenti che, solitamente, fanno uso massiccio di questo tipo di strumenti. Inoltre, potrebbe essere utile al docente per sviluppare e/o consolidare alcune caratteristiche personali, come ad esempio, le abilità di problem solving in situazioni di stress, l'autoefficacia, ecc.

 

Partendo dal presupposto che l’insegnamento frontale sia di insostituibile valenza, la DaD può essere un valido alleato del docente per far sì che il “fil rouge” che lo lega ai suoi alunni non venga spezzato in periodi di impossibilità a vivere lezioni in presenza

Quali difficoltà possono essere riscontrate durante la didattica a distanza per un docente nei diversi ordini scolastici?

 

Mantenere la motivazione degli studenti, nel lungo periodo; riuscire a rendere partecipi i bambini di scuola dell'infanzia e della primaria, che necessitano, maggiormente, della didattica in presenza. I problemi più rilevanti potrebbero essere riscontrati dai docenti delle attività di sostegno, in relazione alla gravità e alla tipologia di disabilità dello studente.

 

Trovo di fondamentale importanza il contatto oculare, lo scambio di sguardi, in qualsiasi relazione. Pertanto, il non trovare riscontro immediato negli occhi di chi ti ascolta (in questo caso i propri alunni), credo possa essere una delle principali difficoltà riscontrate dai docenti nell’uso della DaD.

 

Quali difficoltà hanno avuto le famiglie durante la didattica a distanza, nei diversi ordini scolastici

Seguire i figli, sia durante le lezioni sia durante lo svolgimento dei compiti, soprattutto se nella stessa famiglia erano presenti più bambini che necessitavano di supporto. Ovviamente, i famigliari degli studenti delle scuole superiori di I° e di II° grado non sono stati costretti a supervisionare i figli durante l'orario delle lezioni, in quanto questi dovrebbero aver già acquisito un buon livello di autonomia.

 

La difficoltà principale, a mio avviso, è stata quella della connessione stabile e continua.

 

Cosa ne pensa degli attuali esami on-line nei diversi ordini scolastici?

La modalità online, per le difficoltà che comporta (es. problemi di connessione) può accentuare l'ansia e, quindi, è da considerare una soluzione adottabile solo in periodo di emergenza.

 

Sicuramente, un ottimo ripiego. Ma sempre di ripiego trattasi.

 

 

Quindi sintetizzando i punti salienti della nostra intervista si evince che:

 

 

Conclusione

Abbiamo e stiamo navigando nell’incertezza c’è un sentimento diffuso di smarrimento della nostra società. Cambiamenti dettati dall’emergenza sanitaria che hanno rimodulato tempi e spazi ripercuotendosi nelle relazioni sociali e misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull'intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus. E ancora siamo in una fase in cui si spera che non ci sia la sua seconda ondata.

Quindi, in conclusione la didattica a distanza è dovuta entrare nelle case con prepotenza, ma la scuola non sa nelle case, nelle famiglie cosa succede; nelle case ci sono segreti che sono fatti di parole, comportamenti, pensieri che noi docenti non conosciamo. La quotidianità è stata stravolta. Si sono cercati appigli che ci hanno fatto ricordare come eravamo prima, ma sappiamo che niente sarà come prima. Molti genitori si sono fatti carico di un lavoro che spesso non è corrisposto alle loro aspettative. Chi aveva più di un figlio nei diversi ordini si è sentito soffocato dal lavoro esagerato di restituzione. Molto commovente è stata la testimonianza di una docente della primaria: Mi ha mandato un bambino di quinta un PowerPoint con un cuore dentro che mi ha mandato attraverso un messaggio criptato in codice binario via email; mi ha detto maestra tu che sei brava, voglio vedere quanto ci metti decodificare il mio messaggio. Ho subito decodificato il messaggio Sono andata sul collegamento on-line e ho letto il messaggio del che così mi ha scritto: -Quante cose mi hai insegnato nella vita, mi dispiace lasciarti.  Non è tanto per le parole, ma la sua metodologia utilizzata.  Questo bambino ha capito quello che mi premeva di più: gli ho spiegato come funzionava la email, come funziona il PowerPoint; il codice binario non era presente nelle mie spiegazioni.

Gli insegnanti hanno gestito l’emergenza col grande merito di non mollare mai, la scuola è stata comunque un grande appoggio per loro.

Si ringrazia la collaborazione delle mamme e delle docenti che hanno dato il loro prezioso contributo per la realizzazione di questo articolo, soprattutto la Prof.ssa universitaria G. Filippello e Prof.ssa Gabriella Bonanno.

 

                                                                                                                                                 Giovanna Brutto

                                                                                                                                Dott.ssa Scienze politiche