Robotica educativa

L’internet delle cose: incontro (e scontro) tra l’uomo e l’intelligenza artificiale

L’internet delle cose: incontro (e scontro) tra l’uomo e l’intelligenza artificiale

Ormai è assodato: viviamo in un mondo 3.0 in cui l’uomo e le macchine sono in simbiosi. Ciò che in passato ricadeva nel mondo della fantascienza (vedi “Man Computer Symbiosis” di Joseph Licklider), è diventato realtà. Le nuove forme di comunicazione insieme all’incredibile ed inarrestabile sviluppo di nuove tecnologie hanno permesso la digitalizzazione delle nostre vite. L’ultima frontiera è stato rendere degli oggetti intelligenti, cioè capaci di prendere autonomamente delle decisioni.

Cos’è l’internet delle cose?

L’internet delle cose (in inglese Internet of Things, IoT) indica la possibilità di collegare ad internet qualsiasi dispositivo dotato di sensori (smart object). Tale requisito è fondamentale perché, in questo modo, i dispositivi raccolgono e scambiano dati in tempo reale ed interagiscono con il mondo esterno fornendo delle informazioni. Per capirci meglio, potremmo pensare ad una casa del futuro in cui gli elettrodomestici possano essere comandati a distanza o funzionino in autonomia insieme ad altri dispositivi e/o impianti (ad esempio il termostato che regola automaticamente la temperatura dell’appartamento).

L’internet delle cose e la robotica

Tra le varie applicazioni probabilmente la robotica è il settore in cui internet trova largo impiego. Questo strettissimo rapporto è sicuramente legato al fatto che i robot per funzionare al meglio ed interagire con l’ambiente esterno devono essere connessi ad internet (ad esempio i personal robot pensati per aiutare l’utente tra le mura domestiche).

La robotica industriale connessa ad internet permette di ottimizzare la produzione ed aumentare il livello di automazione delle moderne fabbriche in cui i cobot (collaborative robot) e gli operai lavorano fianco a fianco. Questa convivenza è resa possibile dal fatto che i cobot sono dotati di sofisticati meccanismi di sicurezza, basati sul controllo della forza e sul costante monitoraggio di quanto avviene attorno a loro. Attraverso telecamere e speciali sistemi di anticollisione, infatti, coordinano i propri movimenti con quelli dei lavoratori umani scongiurando la possibilità di incidenti.

Può un robot aiutare o sostituire l’uomo in particolari situazioni come un incendio o un’emergenza medica? Attualmente sono allo studio particolari robot di svariate forme, materiali e dimensioni che possano intervenire in caso di emergenza.

Un prototipo particolarmente interessante è quello del robot pompiere, in grado di individuare ed estinguere un incendio e di resistere al calore sprigionato dalle fiamme per un tempo maggiore rispetto agli uomini. L’aspetto più curioso è senza dubbio la capacità decisionale del robot stesso che, all’aumentare dei rischi, è in grado di interagire con gli altri robot minimizzando l’intervento umano.

I robot non mancheranno negli ospedali dove sono già utilizzati nelle sale operatorie per eseguire alcune operazioni in cui è necessaria una precisione che solo una macchina può fornire. In futuro però si potranno avere dei robot inservienti che porteranno farmaci e cibo ai pazienti, sistemeranno i letti e si occuperanno della pulizia dei reparti.

Quando ci sostituiranno le macchine?

Grazie ai media ci siamo abituati a vedere macchinari autonomi nelle catene di montaggio che si occupano della saldatura e della verniciatura delle carrozzerie delle automobili. Tuttavia il dibattito su quanto questi robot influiranno sui futuri lavori è sempre più acceso e preoccupante. Se da un lato si ha un alleggerimento del lavoro dall’altro si ha una riduzione degli operai.

Lavori come il portiere di albergo o il muratore sono già a forte rischio perché esistono già dei prototipi funzionanti in grado di eseguire le rispettive mansioni più velocemente e meglio rispetto all’uomo. Dal punto di vista etico l’incertezza è tanta soprattutto perché si rischia di avere future generazioni di cyborg. Uno scenario attualmente da fantascienza ma che sicuramente si è già iniziato a palesare con le moderne tecnologie sanitarie come le protesi robotiche in grado di riprodurre i movimenti degli arti in modo naturale.

 

Davide Sorrentino

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