Diritto e informatica forense

L’esigenza di un nuovo modello di design organizzativo per la gestione della crisi energetica e il rapporto fra nuove tecnologie e innovazioni legislative di Ludovica Zoccali*

L’esigenza di un nuovo modello di design organizzativo per la gestione della crisi energetica e il rapporto fra nuove tecnologie e innovazioni legislative di Ludovica Zoccali*

Abstract – Gli interventi recentemente avviati dai legislatori dei vari Stati dell’Unione Europea nel c.d. settore “green” impongono al ricercatore di oggi di approfondire il rapporto fra nuove tecnologie e innovazioni legislative, al fine di poter proporre, in un futuro prossimo, un nuovo modello di design organizzativo per la gestione della crisi energetica. L’indagine deve, usufruendo di un approccio multidisciplinare e comparativistico, necessariamente muovere da un’analisi sul campo che sappia sia testare nel dettaglio i modelli aziendali esistenti sia non trascuri di tenere conto dei nuovi progressi normativi e delle nuove tecnologie volte a favorire il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento ambientale.

*Dottoressa in Giurisprudenza

Negli ultimi anni, si è affermata sempre più la necessità di coordinare la gestione della crisi energetica attraverso l’analisi della transizione ecologica in ambito aziendale e legislativo, nel primo settore configurandosi la necessità di tenere conto delle nuove tecnologie volte a favorire il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento ambientale mentre, nel secondo contesto, delineandosi nuove linee guida disciplinate dagli interventi recentemente avviati dai legislatori dei vari Stati dell’Unione Europea.

Pertanto, il ricercatore di oggi non può esimersi dall’approfondire lo stretto rapporto intercorrente fra nuove tecnologie e innovazioni legislative, così perseguendo il fine di proporre un innovativo modello di design organizzativo per la gestione della crisi energetica. L’indagine deve necessariamente usufruire di un approccio multidisciplinare e comparativistico nello scenario europeo, e non solo, che muova da un’analisi sul campo in grado di testare nel dettaglio i modelli aziendali esistenti ma anche, soprattutto, di integrare l’utilizzo di nuove tecnologie e inconsueti materiali ecosostenibili, volti a favorire il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento ambientale, non tralasciando altresì di seguire le direttive delineate dalle più recenti produzioni legislative delle istituzioni europee.

In prima battuta, bisogna considerare l’impatto della tecnologia sull’organizzazione aziendale - da sempre incisivo, come svela l’imporsi di nuove qualifiche professionali a ciò predisposte – che ha certamente condotto alla propagazione di nuove teorie volte a migliorare qualitativamente il design organizzativo delle aziende, essenziale per poter definire la catena di comando e la divisione del lavoro all’interno del gruppo aziendale. Basti pensare alla c.d. teoria del caos e alla c.d. teoria della learning organization. La prima percepisce le relazioni nei sistemi complessi come alimentate da interconnessioni che - quando divergenti fra loro - possono provocare effetti indesiderati, conducendo i manager e gli operatori aziendali a scontrarsi con dati imprevedibili. La seconda, invece, si pone come sua diretta conseguenza basandosi su un’interazione profonda fra i mutamenti aziendali e le risorse umane, in un’ottica di maggiore flessibilità.

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Quindi, una malsana progettazione opera allorquando un’azienda ricorre a metodi di organizzazione tradizionali e si pone con scetticismo nei riguardi di qualsivoglia strategia innovativa, in particolar modo nei confronti del possibile ausilio che la tecnologia potrebbe offrire nella gestione delle attività aziendali e per il miglioramento della competitività imprenditoriale, ottimizzando lo sfruttamento delle nuove risorse ecosostenibili e offrendo diversi correttivi a sostegno del malfunzionamento dei dispositivi già esistenti.

L’applicazione costante dei tradizionali metodi di design organizzativo nelle aziende garantisce stabilità nel breve periodo ma, nel lungo termine, danneggia il profilo aziendale di ciascun Paese, bloccando la creatività e il progresso. Sono diverse le realtà che difettano di applicare alla propria comunità aziendale le teorie sopracitate, fra queste l’Italia vanta un triste primato a causa dell’insufficiente e incostante ricambio generazionale all’interno della classe dirigente. Le strutture aziendali italiane precludono ai giovani manager di crescere professionalmente e le politiche occupazionali promosse da incentivi legislativi, come la riforma Treu o la legge Biagi, non hanno avuto riscontro positivo. Il mercato del lavoro è poco dinamico e l’approccio comunicativo è statico e poco multidisciplinare.

Una prima reazione alla situazione tratteggiata potrebbe scaturire dalla guida offerta dalla Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI), poiché l’Agenzia per la Coesione territoriale individua le priorità di investimento di lungo periodo da condividere con i principali stakeholder, e dal Piano Nazionale di Ricerca e Resilienza (PNRR), previsto dal legislatore con il D. Lgs. n. 204/1998, che punta ad orientare la ricerca nostrana con le politiche amministrative statali e ministeriali. Il PNRR, infatti, contiene un allegato, da leggere in chiave di ricerca e innovazione, interamente dedicato al clima, all’energia e alla mobilità sostenibile, con un approfondimento relativo anche all’energetica industriale.

In tale scia, nello scenario europeo, si colloca il c.d. React-Eu (Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa), piano finanziario volto a prevedere misure per favorire la c.d. ripresa verde e la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, entrata in vigore il 24 dicembre 2020 e decorrente, retroattivamente, dal 1° febbraio 2020 al 31 dicembre 2023 (Regolamento UE 2020/2021 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 23 dicembre 2020).

Ad esempio, l’ordinamento tedesco offre importanti spunti di riflessione, specie in tema di conservazione dell’ecosistema, biodiversità, riduzione degli impatti del cambiamento climatico e promozione di uno sviluppo sostenibile.

La Germania è leader in Europa e nel mondo in materia di energie rinnovabili, grazie alla riforma della legge EGG (Erneuerbare Energien Gesetz), con cui si pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità dei gas ad effetto serra entro il 2050, in linea con il Green Deal Europeo, programma proposto dalla Commissione Europea allo scopo di raggiungere la neutralità climatica entro i prossimi decenni e, conseguentemente, volto a spronare tutti i Paesi dell’Unione Europea ad innovare le proprie leggi in materia di economia circolare, biodiversità e ristrutturazione degli edifici.

La decarbonizzazione dell’economia, in termini di maggiore circolarità, è realizzabile anche in Italia, supportando lo sviluppo di materiali innovativi ecocompatibili e riducendo l’attuale sistema della produzione di plastiche, fortemente dipendente da materie prime fossili non rinnovabili e non riciclabili in maniera ottimale, e facendo tesoro di alcuni punti di forza, come il già avviato passaggio agli usi stazionari al gas e alle nuove tecnologie, nel settore industriale, e la centralità della posizione geografica.

Un’altra soluzione al problema della semplificazione del design organizzativo aziendale italiano potrebbe provenire da una riqualificazione delle tendenze aziendali e da nuove politiche di formazione, che puntino a riformare i sistemi scolastici e universitari in maniera incisiva, come già accade all’estero, in Europa (ad es., Regno Unito) e non solo (ad es., Stati Uniti d’America e Australia).

La proposizione di un nuovo modello di design organizzativo deve consentire ai ricercatori, ai manager e ai giuristi del domani di conseguire una elevata professionalità in ambito aziendale tale da dominare la governance del cambiamento climatico e della crisi energetica, non ignorando, tuttavia, che il progresso non necessità solo di uno statico apprendimento – ossia di una mera condivisione del sapere - ma soprattutto di creatività, aspetto più dinamico dello stesso sapere.

 

FONTI NORMATIVE

- Legge delega n. 196/1997

- D. Lgs. n. 280/1997

- D. Lgs. n. 468/1997

- D. Lgs. n. 204/1998

- Legge n.30/2003

- Regolamento UE 2020/2021 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 23 dicembre 2020

- EGG (Erneuerbare Energien Gesetz)

 

SITOGRAFIA

http://www.italoeuropeo.com/2011/10/30/la-teoria-del-caos-lingrediente-che-manca-allitalia/;

https://www.edilportale.com/news/2021/02/aziende/fonti-rinnovabili-nuove-leggi-in-germania-e-possibilita-di-ripresa-in-italia_80823_5.html.

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