Dipendenza dalla rete

 NEW ADDICTIONS

NEW ADDICTIONS

ABSTRACT

La dipendenza da internet è un fenomeno relativamente recente, tuttavia il disturbo da abuso della rete telematica, L’INTERNET ADDICTION DISORDER (I.A.D.), riscuote molta attenzione da parte della comunità scientifica. In particolare è la ricerca in seno alle neuroscienze a destare nuovi interrogativi e ad aprire scenari inediti sulle conseguenze che l’esposizione massiva ad internet ha sul cervello umano. Le nuove dipendenze, o dipendenze senza sostanza, sviluppano inoltre, una vasta gamma di comportamenti problematici sul versante psicologico che potenzialmente possono sfociare anche in patologie psichiatriche. Questa nuova emergenza investe di responsabilità tutte e ciascuna “Comunità Educante” a livello planetario, le dipendenze necessitano sicuramente di interventi terapeutici di cura mirati, ma è inderogabile un lavoro di prevenzione primaria mediante piani di intervento sistematici psico-pedagogici su larga scala e sin dalla  più tenera età.

La dipendenza è un fenomeno complesso, che investe svariati aspetti della vita della persona umana, da quelli più squisitamente funzionali e dunque neurobiologici e cognitivi a quelli di natura personale che afferiscono alla sfera sociale, culturale e affettiva. «La dipendenza non ha una o più cause con struttura mono-causale lineare, ma si costituisce in una circolarità di bisogni, sistemi e significati che trovano il proprio centro e ragion d’esistere proprio nella relazione tra: Soggetto-Oggetto della dipendenza-Ambiente-Caso», [1]ed è proprio questa articolazione eterogenea che non permette la formulazione di una definizione puntuale e condivisa del fenomeno da parte di tutta la comunità scientifica.

LE NUOVE DIPENDENZE “SENZA SOSTANZA”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1992) ha definito il concetto di dipendenza patologica come “quella condizione psichica e talvolta anche fisica, derivata dall’interazione fra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comportano sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psicologici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”.[2]

«Il DSM-5  nel  capitolo intitolato ‘disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze’ considera tutte le dipendenze e i relativi problemi nella categoria ‘disturbi da uso di sostanze».[3]Permane tuttavia l’esigenza di considerare scientificamente anche le dipendenze comportamentali assimilando esse alle dipendenze comportamentali classiche «anche in virtù di presunte analogie nelle dimensioni fisiopatologiche, nei correlati neurali»[4]

Francisco Alonso-Fernandez, docente emerito di Psichiatria e Psicologia Medica presso l'Università di Madrid, membro della Accademia Reale Nazionale di Medicina e direttore dell'Istituto di Psichiatria di Lingua spagnola nel suo libro “Le altre droghe” propone una classificazione più ampia del concetto di ‘tossicomania’ basandola su regolatori sociali.

Egli distingue tra le dipendenze sociali o legali relative all’uso di prodotti come tabacco, alcolici, farmaci che possono essere acquistate liberamente e le dipendenze ‘antisociali’ o illegali che comprendono la dipendenza da droghe quali cannabis, eroina, cocaina, ect.), sottolineando che tra dipendenze classiche da sostanza e nuove dipendenze vi sono numerosi elementi in comune che declina puntualmente:

« • il piacere e il sollievo: sensazioni gradevoli, ma limitate ai periodi iniziali dell’uso della sostanza durante i quali è anche quasi sempre presente la negazione del problema;

  • la dominanza: la sostanza (o il comportamento) domina costantemente il pensiero (idea prevalente), vi è l’impossibilità di resistere all’impulso di assumerla (o di eseguire il comportamento) ed è vissuta con modalità compulsiva;
  • il craving: l’appetizione e la sensazione crescente di tensione che precede l’inizio dell’assunzione della sostanza (o del comportamento);
  • l’instabilità dell’umore: inizialmente limitata all’inizio dell’assunzione della sostanza (o del comportamento), successivamente sempre più generalizzata e estesa a tutti gli aspetti dell’esistenza;
  • la tolleranza: la progressiva necessità di incrementare la quantità di sostanza (o il tempo dedicato al comportamento) per ottenere l’effetto piacevole, il quale tende altrimenti a esaurirsi;
  • il discontrollo: la progressiva sensazione di perdita del controllo sull’assunzione della sostanza (o sull’esecuzione del comportamento);
  • l’astinenza: un profondo disagio psichico e fisico quando s’interrompe o si riduce l’assunzione della sostanza (o il periodo dedicato al comportamento);
  • il conflitto: è la conseguenza dell’uso cronico della sostanza (o del comportamento), che determina evidenti ricadute sull’adattamento familiare, sociale, scolastico o lavorativo;
  • la persistenza: l’uso della sostanza (o l’esecuzione del comportamento) continuano nonostante la progressiva ed evidente associazione con conseguenze negative sempre più gravi;
  • le ricadute: vi è la frequente tendenza a riavvicinarsi alla sostanza (o al comportamento) dopo un periodo di interruzione;
  • poliabuso e cross-dipendenza: elevata frequenza dell’assunzione di più sostanze (o dell’esecuzione di più comportamenti), nonché di passaggio nel tempo da una dipendenza a un’altra;
  • la somiglianza dei principali fattori di rischio: impulsività, sensation-seeking, capacità metacognitive disarmoniche.

 La visione socio-culturale dei disturbi da dipendenza, che individua nelle caratteristiche intrinseche degli oggetti di dipendenza la principale differenza tra dipendenza da sostanze e dipendenza da comportamenti, andrà comunque approfondita e sintonizzata con le attuali conoscenze neurobiologiche»[5]

Anche la neuroscienziata «Susan Greenfield»[6] famosa nel Regno Unito per le sue sfide al pensiero convenzionale, scatta "un’istantanea dell’adesso globale attraverso la lettura e la comparazione dei dati relativi agli studi sulla mente dei soggetti umani, oggetto di studio, e facenti parte di campioni significativi (menti di persone nate prima e dopo l'avvento di Internet). Intrecciando informazioni provenienti da studi scientifici e critica culturale, la scienziata  esplora e si interroga sulle conseguenze della  continua esposizione ai social media, ai motori di ricerca e ai videogame  considerando l’ipotesi che essa possa “ricablare i  cervelli dell’uomo”e limitare di fatto la maturazione e lo sviluppo dell'empatia e dell'identità. Un gruppo di ricercatori universitari composto da Yan Zhou, Fu-Chun Lin, Ya-Song Du, Zhi-min Zhao, Jian-Rong Xu, Hao ha effettuato invece uno studio interessantissimo sulle anomalie della sostanza grigia nella dipendenza da Internet. Tale  studio ha avuto lo scopo di studiare «i cambiamenti della densità della materia grigia cerebrale (GMD) negli adolescenti con dipendenza da Internet (IA) usando l'analisi della morfometria basata sul voxel (VBM) su immagini di risonanza magnetica strutturale ponderata T1 ad alta risoluzione. Rispetto ai controlli sani, gli adolescenti con IA presentavano una GMD inferiore nella corteccia cingolata anteriore sinistra, nella corteccia cingolata posteriore sinistra, nell'insula sinistra e nel giro linguale sinistro.[7]»

«In particolare, lo studio di Lin F. et al. 2012, propone di considerare l’integrità della materia bianca quale nuovo potenziale target per il trattamento della dipendenza da Internet, mentre i livelli dell’anisotropia frazionaria (FA) potrebbero essere impiegati per valutare l’efficacia di specifici interventi per il trattamento della dipendenza da Internet”[8]

Tuttavia è «Kimberly Young»[9], docente dell’Università di Pittsburgh, l’attuale massima esperta mondiale del settore dei  disturbi legati all’utilizzo di internet, Problematic Internet Use (PIU). Kimberly Young direttrice del Centro di ricerca “Online Addiction Centre” ha delineato i sintomi inequivocabili dell’ Internet Addiction, individuando anche le due distinte fasi in cui  gradualmente fanno la loro  comparsa i vari sintomi:

  • la prima (tossico-filia) è definibile come la fase di osservazione e ricerca in cui il soggetto inizia a godere dell’infinita offerta proposta dalla Rete; questo primo periodo appare caratterizzato da controllo, ripetuto più volte nel corso della giornata, della propria posta elettronica, appropriazione del gergo, partecipazione massiva a chat o gruppi di discussione, ricerca e scarico di programmi e strumenti di comunicazione sempre più efficaci;
  • la seconda (tossico-mania) è la fase in cui i collegamenti sono così prolungati da segnalare gravi compromissioni socio-relazionali e lavorativo – scolastiche; in generale, il periodo appare caratterizzato da crescente senso di malessere, di agitazione, bassa attivazione, fantasie ricorrenti su internet quando si è scollegati, e appare soprattutto in persone affette da problematiche psicologiche pregresse».[10]

SOTTOTIPI DI DIPENDENZA DA INTERNET

 La dipendenza da Internet può inoltre essere suddivisa in cinque sottotipi:

  1. CYBER-RELATIONAL ADDICTION O DIPENDENZA DALLE RELAZIONI VIRTUALI

I soggetti tendono ad instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute on-line attraverso mail, chat, chatroom e newsgroup, fondamentale è l’anonimato, che consente ai soggetti di attribuirsi caratteristiche fisiche e caratteriali non sempre rispondenti alla realtà, inoltre essendo le relazioni virtuali più immediate il soggetto per comodità/voglia/evitamento potrà di conseguenza essere portato a frequentare sempre maggiormente queste amicizie e ad isolarsi progressivamente dalla realtà.

La dipendenza dalle relazioni virtuali comprende al suo interno anche quella conosciuta come «Social Network Addiction»[11], (dipendenza da social network) in cui il soggetto necessita di perenne connessione, aggiornamento e controllo del proprio profilo web presentato nei social network. Questo rifugiarsi nel mondo virtuale sembra dovuto al forte senso di sicurezza e di socialità che tali attività sono in grado di offrire (apparentemente) all’utente.

 2.GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO ON-LINE -NET COMPULSION[12]

Il gioco in rete vanta una vasta gamma di siti dedicati, che il gambler può visitare. L’instaurarsi della necessità compulsiva di giocare è incentivata e potenziata dalle caratteristiche della Rete Internet quali: l’accessibilità facilitata e senza limiti orari; il controllo diretto delle vincite senza bisogno di intermediazioni e nel rispetto dell’anonimato, l’evasione dalla realtà e la eventuale eccitazione che accompagna la vincita.

 3.SOVRACCARICO COGNITIVO -INFORMATION OVERLOAD[13]

 Il desiderio di reperire delle informazioni innesca una ricerca spasmodica che induce colui che ricerca a salvare innumerevoli dati non significativi, tale atteggiamento di ricerca negativa inoltre, ha ripercussioni anche sul rendimento lavorativo e/o scolastico.

4.DIPENDENZA PER I VIDEOGIOCHI-COMPUTER/GAME ADDICTION

 Negli anni ‘80 il “Solitario” e il “Campo Minato” furono i primi giochi programmati per i calcolatori, con il passare degli anni e il progredire della tecnologia i video-giochi si sono sempre più evoluti, passando da una grafica bidimensionale a una tridimensionale particolarmente coinvolgente.

Si aggiunga inoltre la possibilità, attraverso la Rete, di fruire di giochi virtuali usati da più utenti contemporaneamente

L’uso massivo dei videogiochi può essere partecipe di un’altra patologia specifica: la «Trance Dissociativa da Videoterminale»[14],

«Secondo Caretti (7) la Trance Dissociativa da Videoterminale uno stato involontario di trance legato alla dipendenza patologica dal computer e caratterizzato da un’alterazione temporanea marcata dello stato di coscienza, oppure perdita del senso abituale dell’identità personale con il rimpiazzamento o no di un’identità alternativa che influenza e dissolve l’identità abituale.»[15]

5.DIPENDENZA DA SESSO ON-LINE (CYBER-SEXUAL ADDICTION)

 

«Gli individui dipendenti dal sesso virtuale scaricano, utilizzano e scambiano materiale pornografico, frequentano chat erotiche e sono ossessionate dal sesso virtuale e dal materiale pornografico. Questo utilizzo diviene patologico quando la persona non riesce a farne a meno, nonostante le evidenti conseguenze negative sulla propria vita, a livello personale, sociale e lavorativo.»[16]

Le dipendenze necessitano di interventi terapeutici di cura mirati, tuttavia si desidera sottolineare, quanto sia altrettanto importante lavorare sullo scenario complessivo nell’ambito della prevenzione primaria mediante piani di intervento sistematici psico-pedagogici su larga scala e sin dalla scuola dell’infanzia.

I progetti di promozione alla salute basati sulla peer e media education, sviluppano e potenziano il self empowerment e le competenze digitali, in modo tale che la persona cresca con le competenze culturali adeguate per vivere nella società dell’informazione e delle nuove tecnologie, senza cadere nell’uso problematico di questi strumenti. Programmi ben strutturati di promozione alla salute, che in ottemperanza alle indicazioni dell’OMS, implementino «life skills[17]» per la maturazione di comportamenti adattivi e positivi che pongano ciascun individuo umano nelle condizioni di valutare criticamente situazioni negative e di rischio.

Rosa Suppa

  • Docente di  FILOSOFIA E SCIENZE UMANE
  • Referente Pedagogica U.S.R. per la  Calabria (UFFICIO TERZO - POLITICHE GIOVANILI)

BIBLIOGRAFIA

-American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5, Fifth Edition, American Psychiatric Publishing, Washington DC, 2103.

-Aguglia E.et al.,Computer:un’alternativa al dolore ed alla solitudine.Alghos-Pathos nella filogenesi dell’uomo,Veroli,1996.

-Cantelmi T.,L.Giardina Grifo,La mente virtuale. L’affascinante ragnatela di internet,Milano,ed. S. Paolo,2002.

-Cantelmi T.,M.Talli ,A.D’Andrea, Comunicazione virtuale e cyberpsicoterapie: problematiche psicopatologiche e note critiche,Formazione Psichiatrica, n. 1-2, 1998.

-Caretti V.,Psicodinamica della trance da videoterminale, in T. Cantelmi, M. Talli, A. D’ Andrea, C. Del Miglio,La mente in Internet. Psicopatologie delle condotte on-Iine.

-Giuliano, L. (1997), I padroni della menzogna. Il gioco delle identità e dei mondi virtuali, Roma: Melterni.

-Greenfield Susan, “Mind change-Cambiamento mentale. Come le tecnologie digitali stanno lasciando un'impronta sui nostri cervelli,  Giovanni Fioriti Editore,2016.

-Patricia Wallace “La psicologia di Internet” ,Raffaello, Cortina editore, 2001.

-Sherry Turkle, La vita sullo schermoNuove identità e relazioni sociali nell’ epoca di Internet. Milano, Apogeo, 1997.

SITOGRAFIA

http://angelocantarelli.com/il-concetto-di-dipendenza/

http://angelocantarelli.com/il-concetto-di-dipendenza/

http://www.politicheantidroga.gov.it/media/1685/2102_internet_anomalie

http://www.psychiatryonline.it/node/997

http://angelocantarelli.com/il-concetto-di-dipendenza/

https://cyberpsychology.eu/article/view/11562/10373(Dipendenza dai social media: impatto, mediazione e intervento)

https://www.healthyplace.com/addictions/center-for-internet-addiction-recovery/compulsive-online-gambling-auctions-and-day-trading(Gioco d'azzardo online obbligatorio, aste e day trading) 

https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-dipendenza-internet/dipendenza-ricerca-informazioni-information-overload (Dipendenza da ricerca di informazioni)

https://www.jpsychopathol.it/issues/2002/vol8-4/zanon.htm

(Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Università di Padova;* Dipartimento di Salute Mentale, Padova)

https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-dipendenza-internet/dipendenza-dal-sesso-virtuale-cybersexual-addiction

https://didatticapersuasiva.com/comunicazione/educazione-alle-abilita-di-vita-life-skills-education

https://studicognitivi.it/disturbo/dipendenze-patologiche/

https://www.jpsychopathol.it/issues/2015/vol21-1/10Marazziti.pdf

https://www.sip.it/2017/10/12/abitudini-e-stili-di-vita-degli-adolescenti/

EMEROGRAFIA

-D.Marazziti, S.Presta, M. Picchetti, L.Dell’Osso Dipendenze senza sostanza: aspetti clinici e terapeutici Behavioral addiction: clinical and therapeutic aspects-Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa

-Traduzione integrale dell’articolo originale (Dipartimento politiche antidroga) versione in inglese pubblicata in PLoS One. 2011;6(6): e20708, con il permesso dell’Editore. Titolo originale Microstructure abnormalities in adolescents with internet addiction disorder. “Anomalie microstrutturali in adolescenti con dipendenza da Internet”.

Note

[1]  http://angelocantarelli.com/il-concetto-di-dipendenza/

[2] Ibidem/idem

[3] American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5, Fifth Edition, American Psychiatric Publishing, Washington DC, 2103.

[4] http://www.psicoattivo.com/le-definizioni-della-dipendenza-dsm-5/

[5] D.Marazziti, S.Presta, M. Picchetti, L.Dell’Osso

Dipendenze senza sostanza: aspetti clinici e terapeutici Behavioral addiction: clinical and therapeutic aspects-Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa

[6] Susan Greenfield, “Mind change-Cambiamento mentale. Come le tecnologie digitali stanno lasciando un'impronta sui nostri cervelli,  Giovanni Fioriti Editore,2016

[7] http://www.politicheantidroga.gov.it/media/1685/2102_internet_anomalie.pdf

Traduzione integrale dell’articolo originale (Dipartimento politiche antidroga) versione in inglese pubblicata in PLoS One. 2011;6(6): e20708, con il permesso dell’Editore. Titolo originale Microstructure abnormalities in adolescents with internet addiction disorder. “Anomalie microstrutturali in adolescenti con dipendenza da Internet”

[8] Zhou Y, Lin F-C, Du Y-S et al. (2011), Gray matter abnormalities in Internet addiction: A voxel-based morphometry study, European Journal of Radiology 79:92–95

[9]http://www.psychiatryonline.it/node/997

[10] http://angelocantarelli.com/il-concetto-di-dipendenza/

[11] https://cyberpsychology.eu/article/view/11562/10373(Dipendenza dai social media: impatto, mediazione e intervento)[12] https://www.healthyplace.com/addictions/center-for-internet-addiction-recovery/compulsive-online-gambling-auctions-and-day-trading(Gioco d'azzardo online obbligatorio, aste e day trading)

[13] https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-dipendenza-internet/dipendenza-ricerca-informazioni-information-overload (Dipendenza da ricerca di informazioni)

[14] https://www.jpsychopathol.it/issues/2002/vol8-4/zanon.htm

(Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Università di Padova;* Dipartimento di Salute Mentale, Padova)

[15] Caretti V.,Psicodinamica della trance da videoterminale, in T. Cantelmi, M. Talli, A. D’ Andrea, C. Del Miglio,La mente in Internet. Psicopatologie delle condotte on-Iine, op. cit.

[16] https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-dipendenza-internet/dipendenza-dal-sesso-virtuale-cybersexual-addiction

[17] https://didatticapersuasiva.com/comunicazione/educazione-alle-abilita-di-vita-life-skills-education

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