ECOLOGIA E TECNOLOGIE, VERSO LA SOBRIETÀ di Luigi A. Macrì

ECOLOGIA E TECNOLOGIE, VERSO LA SOBRIETÀ di Luigi A. Macrì

ECOLOGIA E TECNOLOGIE, VERSO LA SOBRIETÀ di Luigi A. Macrì1

1-Direttore editoriale

Abstract - Quando si parla di tecnologie digitali come elementi per uno sviluppo sostenibile s’intende porre l’accento sul fatto che le stesse consentono la dematerializzazione di molte attività come ridurre l’uso della carta, ridurre gli spostamenti fisici con meno carburante e meno inquinamento, migliorare i processi manifatturieri e ridurre l’uso di energia e materie prime).

L’uso eccessivo delle piattaforme digitali, la mancanza di un’educazione “ecologica” nell’uso delle tecnologie comporta, comunque, il rischio di vanificare gli sforzi per ridurre l’inquinamento globale.

Cerchiamo di spiegarci chiedendoci, nei diversi aspetti, il livello di green delle tecnologie.

Per comprendere l’impatto delle tecnologie sull’ambiente dobbiamo tener conto che i diversi dispositivi tecnologici, quali i diversi tipi di computer e telefoni cellulari e non, i router e tutti i dispositivi utilizzati per le telecomunicazioni, grandi e piccoli, dell’Internet of Things e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, hanno effetti, principalmente, sull’ambiente contribuendo al riscaldamento globale, all’inquinamento e al depauperamento di risorse limitate come alcuni minerali.

La cosiddetta “impronta digitale”, ovvero l’energia consumata per usare tutte le apparecchiature digitali di tutto il pianeta, dai server, ai terminali, alla trasmissione dei dati, cresce al ritmo del 9% annuo. Atteso che gran parte dell’energia elettrica è prodotta da sorgenti fossili, il continuo aumento dell’energia elettrica dovuto al continuo aumento delle tecnologie nelle diverse forme contribuisce indirettamente all’aumento dell’anidride carbonica ed all’effetto serra. È stato calcolato che un’email di un MegaByte produce la stessa quantità di CO2 prodotta da una da 60 w accesa per circa mezz’ora; pertanto l’aumento del traffico digitale dal 2013 al 2018 ha contribuito per circa 450 milioni di tonnellate all’effetto serra globale. Lo spreco energetico e continuo e, il più delle volte, inconsapevole in quanto sembrerebbe che anche guardare un video in cloud per dieci minuti richiede la stessa energia necessaria per alimentare, per lo stesso tempo, 1500 telefonini.

Ormai c’è la consapevolezza che le tecnologie sono energivore e si rischia di vanificare i miglioramenti ambientali per ridurre il riscaldamento globale.

Dai dati raccolti ed elaborati risulta che, nonostante una parte di energia che viene utilizzata per le tecnologie, in particolare per i grandi server, sia rinnovabile, l’emissione di gas serra dovuta alle tecnologie digitali risulta il 4% del totale. Basti pensare che i gas serra dovuti ai mezzi di trasporto come automobili, motociclette e veicoli leggeri raggiungono l’otto per cento del valore totale di CO2, mentre quello del traffico aereo è del 2% del valore totale calcolato in 40 miliardi di tonnellate annue.

La situazione dell’impatto ambientale delle tecnologie e del loro utilizzo diventa sempre più seria poiché se dovesse proseguire l’attuale tasso di crescita del traffico digitale c’è il rischio che, nei prossimi anni, l’emissione dei gas serra dovuta alle tecnologie digitali vada a cancellare il 20% dei miglioramenti ambientali globali conseguiti faticosamente attraverso le politiche di decarbonizzazione definite nell’ambito degli accordi internazionali.

Certamente non è possibile fermare o rallentare lo sviluppo digitale per una serie di motivazioni, ma è possibile, direi indispensabile, procedere verso un uso più ecologico e sostenibile delle tecnologie. Quello che sta contribuendo maggiormente all’aumento del traffico dei dati nella rete al ritmo del 20% annuo è dovuto agli smartphone, tablet e televisioni digitali. Bisogna incominciare a ragionare sulla reale necessità di postare e diffondere nella Rete, spesso in una modalità davvero parossistica, video e foto non indispensabili e, il più delle volte inutili, principalmente attraverso i diversi social, come Facebook, Twitter, Instagram, Tic Toc, etc. . Si è arrivato ad un puro esibizionismo digitale dove molti si gratificano nel condividere la foto di cosa stanno mangiando, o un selfie, o un video di un incontro, e tanto altro. Gran parte dell’attuale Umanità dell’antropocene non comprende che postare miliardi di video e foto ha un costo ambientale che pagheranno le future generazioni. Siamo indotti ad essere sempre di più connessi, ad avere le notifiche che continuamente ci portano a vedere sul nostro smartphone se abbiamo avuto, a seguito del nostro post, l’approvazione che ci aspettavamo e le risposte che speravamo di avere. Abbiamo tanti servizi apparentemente gratuiti per il semplice fatto che la merce siamo noi, il nostro tempo, i nostri click e le nostre curiosità; di fatto possiamo tranquillamente affermare che il “nostro tempo è il loro guadagno”. Le grandi opportunità che le tecnologie offrono a noi tutti devono necessariamente condurci ad un loro uso sobrio e consapevole con l’impegno di lasciare sempre al centro del nostro agire umano la persona, della quale siamo certi della sua identità, i nostri rapporti non mediati dal virtuale, l’equilibro e l’ecologia della nostra mente.

 

 

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